REDAZIONE PISTOIA

Delitto di Santo Domingo C’è il giallo del telefonino

Quello della vittima non si trova. Gli avvocati dell’amica sotto inchiesta: "La chiave dell’omicidio potrebbe essere lì, è necessario recuperarlo"

La famiglia della carpigiana Claudia Lepore, uccisa la scorsa settimana a Bavaro, località turistica vicina alle spiagge di Punta Cana, a Santo Domingo, è categorica: "Non esiste alcun testamento di Claudia". Secondo l’esecutore materiale del delitto, infatti, l’omicidio sarebbe stato commissionato da due italiani che avrebbero voluto ereditare i beni della 59enne carpigiana, ovvero gli amici Ilaria Benati e Jacopo Capasso, a lungo residente a Carmignano (mentre la mamma vive a Quarrata). La famiglia della vittima, però, nega che esista un testamento.

"Ricordo che mia sorella mi ripeteva sempre: ‘Lolly, io non ho figli, quindi un giorno tutto quello che ho resta in famiglia tra di noi – commenta la sorella Anna Lepore –. Me lo ha detto anche la scorsa estate quando era tornata a Carpi per alcuni mesi. La sola, lontana ed ipotetica cosa che potrebbe avvicinarsi è quella di un ‘foglio’ che Claudia e Ilaria potrebbero aver scritto dopo la ‘festa di fidanzamento’ che hanno fatto nel 2009, prima della partenza per Santo Domingo. Nessuno ha mai visto questo foglio, e poi nel 2015 mia sorella e Ilaria si sono lasciate".

Ieri intanto Benati e Capasso non hanno parlato davanti al giudice: "Ilaria aspetta la conferma della richiesta detentiva da parte del pm. E’ suo diritto restare in silenzio", ha detto il suo legale. Forse oggi i magistrati potrebbero emettere una misura cautelare. I due italiani rischiano - secondo il codice di procedura penale dominicano - un anno di carcerazione preventiva.

Gli avvocati della famiglia, Enrico Aimi e Giulia Giusti, hanno avuto una prima interlocuzione con un avvocato di Santo Domingo, "al fine di una valutazione complessiva dei beni appartenenti alla vittima", chiosa Aimi. Altro elemento evidenziato dai legali è la scomparsa del cellulare di Claudia: "La chiave del delitto potrebbe essere nascosta all’interno del suo telefonino, per questo è assolutamente necessario riuscire a recuperare il cellulare della vittima, custode di segreti, filmati, fotografie e messaggi che potrebbero aiutare gli inquirenti a fare piena luce sul delitto e, soprattutto, sugli eventuali mandanti. Intendiamo intervenire sulle autorità inquirenti in loco per evitare manomissioni o, peggio ancora, la sparizione del cellulare. C’è anche un’altra ipotesi inquietante: che Antonio Lantigua, detto El Chino, esecutore materiale dell’omicidio, possa averlo sottratto o venduto. La tecnologia a nostra disposizione consentirebbe comunque di rintracciarlo ovunque si trovi. Abbiamo già preso contatti con il nostro consulente informatico".

Maria Silvia Cabri