Dagli scarti un nuovo vaso: "È la strada per il futuro"

L’azienda Revet apre a scenari inediti per il distretto pistoiese e non solo. Da problema a risorsa, così la plastica rivive. E anche la natura ringrazia. .

Dagli scarti un nuovo vaso: "È la strada per il futuro"

Dagli scarti un nuovo vaso: "È la strada per il futuro"

La fase di progettazione, e di primi importanti risultati, era già stata presentata circa un mese fa nella Sala Maggiore di palazzo comunale in occasione di un convegno realizzato da Avi – Associazione Vivaisti Italiani – per la "Serata del Vivaismo" con tutti i massimi esperti ed esponenti del settore ma, adesso, la filiera di Revet per il riciclo degli imballaggi in plastica e la stampa dei nuovi vasi sta procedendo spedita. Il progetto si chiama "Da vaso a vaso" ed è stato messo a punto in maniera sperimentale dalla stessa azienda Revet, che ha la sua sede a Pontedera, presentata in maniera ufficiale nei giorni scorsi anche alla fiera "Ecomondo" di Rimini. Qualche numero? All’interno del sistema di riciclo degli imballaggi regionali in plastica, col "granulo Revet" ci sono già duemila tonnellate di vasi su un totale di 15mila prodotte ogni anno. Da qui se ne aggiunge un altro migliaio che deriva totalmente dagli scarti che provengono dal Distretto vivaistico ornamentale pistoiese con il quale l’azienda pisana ha stretto questo accordo per poter poi rifornire di questo tipo di prodotto i vivaisti sul territorio con importanti benefici su più piani.

"In questo modo possiamo creare un’innovazione di prodotto e di filiera oltre che un preciso modello di economia circolare che vede tutti insieme dalla stessa parte le imprese, l’ambiente e le industrie del settore – afferma l’ad di Revet, Alessia Scappini – Ci sono dati importanti da mettere in evidenza a questo proposito: i vasi prodotti con questo sistema consentono di abbattere l’impronta di carbonio, ovvero le emissioni di anidride carbonica equivalente, del 75% rispetto ai vasi vergine. Così si ha una maggiore integrazione territoriale, sapendo anche che l’energia utilizzata per le operazioni di riciclo in Revet è autoprodotta da fonti rinnovabili". I numeri importanti di questo progetto, però, non finiscono qui: infatti, in questo riciclo dei vasi e degli altri scarti che sono utilizzati dal Distretto si arriva ad un recupero di materiale di almeno l’80%, numeri decisamente superiori rispetto alla raccolta degli imballaggi domestici e con la speranza, in un futuro non troppo remoto, di poter salire ancora più in alto. Di fronte a questa strada già tracciata, ci sarà da capire come l’intero settore "verde" della piana pistoiese andrà a mettere a terra questa fase sperimentale: sicuramente ci sarà una strada specifica per i vivai più grandi, che hanno una capacità di raccolta più alta al proprio interno avendo maggiori spazi. Mentre per i più piccoli l’idea è quella di poter pensare ad un centro unico per tutti dove il vivaista si presenta con i propri vasi da smaltire e, successivamente, entra in scena Revet per recuperare il materiale: una vera e propria isola ecologica, pensando al sistema normale dei rifiuti urbani.

"C’è da implementare la linea in più di depurazione dei vasi – conclude l’ad Alessia Scappini – facendo un nuovo investimento con una modifica di autorizzazione in Regione: solo a quel punto si potrà produrre l’atteso granulo con lo scarto dei vivaisti". Operazioni del genere porterebbero a grandi vantaggi: un risparmio economico ed energetico per lo smaltimento dei vasi stessi rispetto che finire in discarica, una minor produzione di plastica e far parte di un ciclo virtuoso che può, davvero, aprire scenari importanti per il nostro vivaismo.

Saverio Melegari