Custode del Creato "Studio i pipistrelli per aiutare il pianeta" La missione di Simone

Custode del Creato  "Studio i pipistrelli  per aiutare il pianeta"  La missione di Simone
Custode del Creato "Studio i pipistrelli per aiutare il pianeta" La missione di Simone

di Lucia

Agati

È incredibile come l’amore per un animaletto come il pipistrello possa diventare il filo conduttore di una vita di studio, nella consapevolezza della sua fondamentale importanza per l’ecosistema dell’intero pianeta. Eppure, piano piano, questa curiosa, incredibile creatura, si è fatta strada nel cuore di un uomo che ne ha fatta la sua ragione di vita e che ogni giorno ci ricorda quanto preziosa sia la presenza di tutti gli esseri viventi e quanto sia doverosa la loro conservazione. Questo studioso è Simone Vergari da San Marcello, dove è nato il 25 marzo del 1968. Oggi viveva a Gavinana. Il babbo Roberto aveva un’officina meccanica e la mamma Annamaria lavorava con lui. Da piccolo voleva fare l’archeologo, ma in quinta superiore comprese che erano le Scienze Naturali che lo appassionavano. Una passione che oggi assorbe tutto, compresi i passatempi.

Qual è il suo lavoro?

"Insegno alle scuole medie di San Marcello da qualche anno. Matematica e Scienze. Ho sempre avuto a che fare con i ragazzi e l’insegnamento è stata una strada che si è aperta piano piano. Mi viene spontaneo trasmettere conoscenze e i ragazzi sono acuti, curiosi e interessati".

E la ricerca che ruolo ha nella sua vita?

"Lo snodo principale della mia carriera è stata ovviamente l’Università, con la laurea in Scienze Naturali, a Firenze e la tesi sulla biologia, uno studio sulle interazioni tra alimentazione e sopravvivenza. Poi ho cominciato a lavorare come ricercatore, tra Firenze e Pavia. Lavoravo su aspetti specifici di biologia animale".

E quando si è affacciata la passione per i pipistrelli?

"Sempre da studente avevo avuto l’opportunità di avere un primo incarico alla Specola per una attività di ricerca sui chirotteri. I pipistrelli mi hanno sempre affascinato. Fu nel 1991 che un amico ne trovò uno per terra e me lo portò. Cominciammo a lavorarci. Nel 2014 sono andato in Africa con l’Università di Perugia per uno studio dei chirotteri delle foreste alto montane tropicali, in Etiopia. Uno studio che è poi diventato un convegno. Un’esperienza bellissima che ha poi rappresentato il filo conduttore della mia attività di ricerca".

Qual è l’importanza dei pipistrelli per noi?

"Sono animali fondamentali, importantissimi per l’ecosistema in tutto il mondo. Sono insetticidi naturali e se il loro numero diminuisce significa che qualcosa non va bene, poichè sono bioindicatori e sono stati preziosissimi in campo medico: le ecografie sono state sviluppate studiando gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli. Studiarli significa avere conoscenze".

In questo momento dove si concentrano i suoi studi?

"Ho lavorato molto anche in Italia e svolto studi su alcune specie. In particolare sulle foreste e le faggete della riserva dei Carabinieri per la Biodiversità di Pian degli Ontani, dove sono in corso diverse ricerche con il Cnr di Firenze. Sto seguendo la tesi di un studentessa di Pisa su una specie migratrice, con inanellamenti. E comunque ci sono specie molto interessanti in molte zone d’Italia".

Lei non è solo però...

"Mia moglie, Gianna Dondini, ha fatto il mio stesso percorso di studi, abbiamo iniziato insime e insieme lavoriamo, la nostra è anche un’unione di intenti. E’ molto bello. Abbiamo un fglio, Sebastiano, che ha 24 anni e studia scienze della formazione primaria a Firenze, ha una grande passione per l’insegnamento e ne siamo felici".

Come si sente quando si trova nella foresta?

"Nella foresta, sul campo, quando si può fare ricerca, ti senti bene. E la cosa importante è che senti di fare qualcosa che può aiutare la natura e conservarla. Il messaggio ultimo è sempre la conservazione del patrimonio naturale. E il dovere di conservarla è la guida di tutta la mia vita".

Le istituzioni vi aiutano?

"Le istituzioni sono un grande sostegno. I Carabinieri Forestali ci hanno sostenuto moltissimo nei nostri progetti. Stiamo facendo un lavoro di monitoraggio e studio all’Isola di Montecristo. C’è una specie particolare scoperta solo qualche anno fa. Saremo là per dieci giorni per lo studio e l’analisi genetica".

Lo studio dei pipistrelli ci concede delle speranze?

"Nei confronti del pipistrello, fino a qualche tempo fa, c’era diffidenza, derivata dalla scarsa conoscenza di questo animale. Poi sono state svolte tante attività e sono cresciute sia la consapevolezza che l’interesse nei suoi confronti. La gente li trova e si informa su quello che si può fare per loro. C’è un netto miglioramento che è frutto della ricerca e della divulgazione. Non si deve pensare che vada sempre tutto male".