REDAZIONE PISTOIA

Crollo di Giaccherino, indagini chiuse: l’ipotesi è di disastro colposo

La Procura di Pistoia ha chiuso le indagini per il disastro di Giaccherino e ora il pm Chiara Contesini formulerà...

La sera del 13 gennaio 2024, il solaio su cui ballavano sessanta invitati alla festa di nozze si sbriciolò e tutti caddero nel vuoto

La sera del 13 gennaio 2024, il solaio su cui ballavano sessanta invitati alla festa di nozze si sbriciolò e tutti caddero nel vuoto

La Procura di Pistoia ha chiuso le indagini per il disastro di Giaccherino e ora il pm Chiara Contesini formulerà una nuova imputazione per gli indagati: da disastro doloso a disastro colposo, (art. 449 Codice penale). La sera del 13 gennaio 2024, la festa di nozze di due giovani sposi, Paolo Mugnaini di Scandicci e Valeria Ybarra, originaria del Texas, si trasformò in un inferno di polvere e sangue, con decine di feriti che furono trasportati negli ospedali della Toscana. Il pavimento sul quale stavano ballando si sbriciolò sotto i loro piedi e circa sessanta invitati precipitarono nel vuoto. Furono ore drammatiche anche per la macchina dei soccorsi. Una tragedia sfiorata.

Per quei fatti sono stati indagati l’imprenditore Roberto Tonti, 86 anni, di Prato, socio e amministratore formale della società proprietaria dell’antico edificio, la Rinascimento srl (l’altro socio, Aldo Fabbrini, 91 anni, di Agliana, è scomparso recentemente) e i loro due figli, amministratori di fatto, Sabrina Tonti, 58 anni, e Alessandro Fabbrini, 56 anni, difesi dagli avvocati Cecilia Turco e Andrea Niccolai.

Secondo la relazione del del professor Giulio Ventura, ordinario del Dipartimento di ingegneria strutturale, edile e geotecnica del Politecnico d Torino, incaricato dal tribunale nell’ambito del procedimento per il crollo, ci sarebbe stato "un vizio occulto nell’antica volta non rilevabile dall’esterno, neanche effettuando saggi o prove". La volta, risalente al ’500, era sostanzialmente vuota al suo interno, e dunque non in grado di poter sostenere il carico dato dall’essere stata trasformata come base di un solaio per il piano costruito successivamente. All’epoca della sopraelevazione l’antico convento era dei frati francescani, mentre la proprietà attuale è subentrata nel 2004 e gli interventi successivi non hanno mai riguardato quella porzione di edificio. Dunque, rispondendo al quesito posto dal gip, la proprietà avrebbe dovuto sì accertare l’idoneità strutturale dei locali. Tuttavia, la verifica avrebbe potuto produrre esito positivo, perché il vizio non era verificabile.

M. V.