
Costruire la pace. Il presidente della Cei: "Servono dialogo e un intervento deciso"
PISTOIA
Mentre a livello internazionale si intravvedono alcuni timidi segnali di pace – la conferenza interazionale a Berlino sulla ricostruzione in Ucraina e il Consiglio di sicurezza dell’Onu che approva il piano Usa per Gaza – a riportare tutti con i piedi per terra è stato ieri a Pistoia il presidente della Cei, cardinale Matteo Maria Zuppi, intervenendo al convegno "Mediare i conflitti, partecipare alla democrazia", organizzato dalla Diocesi con Unam (Unione nazionale avvocati per la mediazione) e con il sostegno di Coldiretti.
"La pace si fa in due, anzi in tre, e al momento il soggetto che manca nella costruzione della pace è la comunità internazionale", ha tuonato il presidente Cei. "Direi ragionevolmente - ha aggiunto - che ci dobbiamo preoccupare moltissimo: la guerra è logica, i conflitti sono assolutamente logici, direi geometrici. Se io dico che potrò colpire dovunque, è possibile che effettivamente riuscirò a colpire ovunque. È una sequenza geometrica, quasi chimica. Per interrompere questa sequenza il terzo, la comunità internazionale, deve e dovrà intervenire in modo importante".
E la comunità internazionale più vicina ai due conflitti alle porte del vecchio continente è proprio la nostra Europa, "che – ha sottolineato Zuppi – è una cosa straordinaria ma che ha bisogno di un po’ di manutenzione". Il senso di questa giornata – ha spiegato l’avvocato Gianfranco Donatti, presidente Unam – è portare avanti una visione diversa della vita. Noi non cerchiamo chi ha ragione o indichiamo chi ha torto, ma siamo consapevoli che in ogni essere umano esiste qualcosa di buono, in ogni posizione esiste una ragione: occorre dialogare per trovare una soluzione che tuteli in maniera armoniosa gli interessi di ciascuna delle due parti che stanno apparentemente in conflitto, ma profondamente sono esseri umani e come tali qualcosa in comune hanno per forza".
Concetto che per il presidente di Unam vale anche se esteso agli stati. "Una nazione – ha aggiunto – può sembrare un’entità astratta, ma in realtà è fatta di popolo, è fatta di persone, quindi il conflitto tra due nazioni è uguale come se si confrontano due persone opposte".
Patrizio Ceccarelli