Prato, uccisa a coltellate dal compagno, i vicini: "Spesso li sentivamo litigare"

Il biglietto di lui: "Problemi sentimentali". Lo strazio della mamma della vittima

I carabinieri davanti alla casa, nei riquadri Leonardo Santini e Claudia Corrieri

I carabinieri davanti alla casa, nei riquadri Leonardo Santini e Claudia Corrieri

Vaiano (Prato), 18 settembre 2020 - L’unico raggio di sole è quella bambina, due anni appena. E’ rimasta sola al mondo. Il babbo si è portato via la sua mamma in un momento di follia omicida che, poi, l’ha spinto a gettarsi da un ponte alto 30 metri nella consapevolezza che non avrebbe avuto scampo. E resta una speranza, che la bimba non abbia assistito a tutto questo dolore. Quando i carabinieri hanno cominciato a sospettare che dietro quel suicidio avvenuto al Ponte Sospeso a Mammiano potesse celarsi un’altra tragedia ancora più grande, il primo pensiero è volato alla piccola. Era sana e salva, a casa dei nonni paterni, coccolata e felice. Ma quando ci è arrivata? Quando Leonardo Santini, 50 anni, di Vaiano ha ferito a morte la compagna Claudia Corrieri, una bella donna di 38 anni, atletica e solare? Secondo gli investigatori, la bimba si trovava già a casa dei nonni quando l’uomo ha messo in atto la sua follia omicida e poi si è tolto la vita.

Il rapporto fra Leonardo e Claudia era stato sempre turbolento, come raccontano alcuni vicini di casa. Stavano insieme da qualche anno e quasi subito avevano avuto la bambina. Ma non era bastato a ricucire la relazione. Le tensioni e le litigate erano frequenti, come lo stesso Leonardo ha ammesso nel biglietto che ha lasciato prima che il suo corpo venisse ritrovato nel canalone sotto il ponte sospeso.

"Nel testo si fa riferimento a ’criticità sentimentali’", spiegano gli investigatori. C’è anche, però, chi non si era accorto di nulla e chi racconta di averli visti passare spesso insieme, mentre spingevano il passeggino della bambina che "sempre allegra, salutava tutti con la mano". La litigata di ieri, invece, è stata sentita distintamente. Un litigio violento al culmine del quale Leonardo ha ferito a morte Claudia con un’arma che deve essere ancora identificata con chiarezza: potrebbe trattarsi di un coltello o di un paio di forbici, circostanza che potrebbe far pensare a un raptus improvviso e non a un omicidio premeditato.  

I due, secondo quanto riferito, avevano da qualche tempo anche problemi economici. Leonardo lavorava per una grossa azienda della Valbisenzio che fa servizio di lavanderia per gli alberghi. Con il Covid e la chiusura di molte strutture ricettive, aveva avuto problemi sul lavoro. Veniva chiamato sempre meno in azienda ed è probabile che fosse nelle liste dei cassintegrati per Covid. Anche Claudia faceva lavori saltuari: a parte qualche ore come insegnante di pilates in una palestra a Quarrata, non faceva quasi nulla. Solo lavoretti saltuari in un centro estetico a Prato. Le difficoltà economiche avevano reso ancora più complessa la convivenza ed è probabile che Leonardo fosse caduto in uno stato depressivo. Fino all’epilogo di ieri.

La notizia dell’omicidio-suicidio ha fatto presto il giro del paese a Vaiano. Il momento più straziante è stato quando sono arrivate, in tarda serata, la mamma e la cugina di Claudia, distrutte dal dolore e incredule. Le due donne sono rimaste a lungo fuori dalla palazzina, impossibilitate a entrare perché i carabinieri stavano facendo i rilievi, andati avanti fino a notte fonda. Non era possibile avvicinarsi alla casa, né avere spiegazioni per una morte tanto orribile quanto inspiegabile, l’ennesima vittima di un femminicidio.  

Laura Natoli