PISTOIA
Un differenziale fra aziende iscritte e cessate nel primo trimestre del 2024 che vede allargarsi sempre di più la propria forbice col saldo negativo, secondo quelli che sono i dati diffusi dalla Camera di Commercio di Pistoia e Prato per la prima parte dell’anno in corso. Ecco perché l’allarme che emerge dall’analisi dei numeri che vengono fuori riguardanti la nostra provincia non è di poco conto. Basta fare un semplice confronto: al 31 marzo 2024 in provincia ci sono 26.983 aziende attive (che sono un numero più basso di quelle registrate ma che fanno poco testo in quanto possono essere anche imprese che non svolgono attività da tempo e che non sono state tolte dall’apposito registro) mentre alla fine dello stesso periodo del 2023 ce ne erano 27.252. Un calo di oltre 250 unità che, scorporandolo, si trova bene in approfondimenti successivi. Nel primo trimestre dello scorso anno, infatti, erano state iscritte 559 nuove aziende a fronte di 738 cessazioni: numeri che facevano da preludio a quella che è stata l’analisi al termine del 2023 che parlava di 27.108 imprese attive (oltre 150 in meno rispetto al primo trimestre) con un differenziale fra 1.686 nuove iscritte e 2.084 cessazioni nell’arco dei dodici mesi. Da gennaio a marzo di quest’anno, invece, il calo sembra ancora più repentino visto che ci sono 567 attività che si sono registrate in Cciaa ma ben 801 coloro che hanno chiuso i battenti con un delta negativo in crescita rispetto ai precedenti.
Per quanto concerne i vari comparti, invece, quello che traina il motore produttivo continua a rimanere il commercio con 6.436 aziende attive ma, nell’arco dei tre mesi, ci sono state 96 nuove iscritte e 193 cessazioni: un differenziale negativo che sfiora quota 100 e fa da trend a tutte le altre galassie. Solo per fare un confronto, nello stesso trimestre del 2023 quelle attive erano 6.592 con 100 ingressi e 187 chiusure. A ruota del commercio resta il comparto dell’edilizia con 4.469 aziende operative (di queste oltre due terzi sono sotto la voce "lavori di costruzione specializzati") con un rapporto di 84 nuovi arrivi e 136 cessazioni nel giro di novanta giorni in apertura di 2024. Al terzo posto delle più numerose, ma con un margine risicato sul quarto occupato dall’agricoltura, c’è la manifattura: 3.281 aziende attive contro le 3.080 di chi insegue con 40 iscrizioni e 102 chiusure. Nello stesso periodo, ma lo scorso anno, ce ne erano quasi 100 in più attive nel manifatturiero, a conferma del trend generale che vede un calo generalizzato. E questo, al netto di valori nazionali occupazionali in forte crescita, è sicuramente un fenomeno alquanto preoccupante.
Saverio Melegari