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Caselli: "La mafia è diversa Indossa il colletto bianco"

L’ex procuratore di Palermo in città: "E’ un avvoltoio in una veste perbene". In piazza Duomo la teca che conserva i resti dell’auto della scorta di Falcone

Giornata pistoiese per l’ex procuratore capo di Palermo Gian Carlo Caselli, che nel corso della mattinata ha incontrato gli studenti nella Sala Maggiore del palazzo comunale per parlare della lotta alla mafia a quasi 30 anni dalla strage di Capaci (23 maggio 1992), in cui furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Questi ultimi viaggiavano a bordo della Fiat Croma blindata "Quarto Savona 15", che fu investita in pieno dalla deflagrazione. La teca che contiene i resti di quell’auto, realizzata anche grazie al contributo di enti e associazioni pistoiesi, è rimasta esposta tutta la sera e anche la notte in piazza Duomo. Alla cerimonia ha preso parte anche la moglie di Antonio Montinaro, Tina Montinaro, che da 30 anni si occupa di diffondere la memoria, incontrando gli studenti di tutta Italia. L’iniziativa è stata organizzata dalla sottosezione dell’associazione nazionale magistrati di Pistoia e dal Gruppo avvocati biblioteca del tribunale di Pistoia, in collaborazione con l’associazione Quarto Savona Quindici.

"La mafia – ha affermato Caselli – in questi anni è cambiata molto, non è più coppola e lupara, oggi sono colletti bianchi, soggetti bi-laureati, plurilingue, con relazioni nazionali e internazionali importanti sul piano finanziario ed economico. Questa rete di relazioni i soggetti apparentemente ‘perbenissimo’ la mettono a disposizione della mafia, che quindi assume anch’essa una veste ‘perbene’, che dà accesso ai salotti buoni, dove si fanno gli affari migliori". Anche il Covid e la guerra in Ucraina, secondo Caselli, hanno contribuito a far crescere gli affari della mafia: "Se la guerra può causare gravi problemi economici al nostro Paese - ha spiegato l’ex procuratore –, ecco che ancora una volta la mafia, che ha nel suo Dna lo sciacallo, l’avvoltoio, potrà approfittare delle sofferenze altrui".

"È importante ricordare questi uomini che persero la vita nella strage di Capaci, i ragazzi devono sapere", ha aggiunto Tina Montinaro. Poi il sindaco: "I resti di quell’auto sono un simbolo potentissimo, più di ogni parola. Siamo stati contenti di potere ospitare la teca nel cuore della città". All’iniziativa ha preso parte anche l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, che ha sottolineato l’importanza della giornata "dedicata all’educazione alla giustizia e alla legalità". La seconda parte della giornata è stata dedicata al convegno sulla riforma dell’ergastolo ostativo a cui hanno partecipato Caselli, Montinaro, l’avvocato Maria Brucale, il prefetto Francesco Messina e Roberto Bartoli.

Patrizio Ceccarelli