
Un'immagine dei soccorsi dopo il terribile incidente
Pistoia 9 maggio 2017 - Sono tre le persone indagate per la morte dell’appuntato dei carabinieri Angelo Vivone. Sono i conducenti delle tre auto che sono rimaste coinvolte nello spaventoso incidente avvenuto nella tarda mattinata di sabato 6 maggio, alle 13.30 circa, sul raccordo autostradale. La dinamica di questa tragedia è così complessa da ricostruire che per la Procura si è reso necessario iscrivere nel registro degli indagati tutti e tre i conducenti perché, allo stato, non è possibile stabilire quale, dei tre impatti subiti dalla «Scenic» di Angelo, sia stato quello per lui fatale.
Le indagini della polizia municipale sono dirette dal sostituto procuratore Fabio Di Vizio che stamani conferirà un doppio incarico di consulenza: al medico legale, dottor Brunero Begliomini, che nel pomeriggio eseguirà, con il tecnico Walter Calugi, l’autopsia sul corpo della vittima, e a un esperto a cui sarà chiesto di ricostruire l’incidente dal punto di vista dell’esatta dinamica. Dovrà quindi valutare ogni aspetto di questa tragedia, dalle manovre, alla velocità, alle condizioni dei veicoli, del fondo stradale, ogni dettaglio insomma che possa aiutare gli inquirenti ad attribuire le responsabilità per la morte di Angelo Vivone, che viveva con la famiglia a Pieve a Nievole, che proprio venerdì prossimo, 12 maggio, avrebbe compiuto 39 anni.
Pistoia, incidente sul raccordo: un morto e diversi feriti
Nel frattempo gli inquirenti hanno più chiaro lo scenario che si è creato sabato scorso, dopo che Angelo è uscito di casa salutando la moglie Stefania e i loro bambino dopo aver programmato come avrebbero trascorso, insieme, la giornata di domenica. Un giorno sereno, come tanti, come serena e appagante era la vita di Angelo e della sua bella famiglia. L’appuntato Vivone si è diretto verso la caserma dove lavorava da undici anni, a Casalguidi. Mancavano pochi chilometri. Nell’ultimo tratto del raccordo, direzione Agliana, oltre il cavalcavia e prima della rotonda della Vergine, una vettura gli è piombata addosso all’improvviso, scavalcando la barriera new jersey di cemento.
Quella vettura, un attimo prima, avrebbe tentato, dalla direzione opposta (quindi verso la montagna), una manovra di sorpasso non andata a buon fine, poichè avrebbe tamponato l’auto che stava cercando di sorpassare ricevendo, dall’urto, la spinta che l’ha scaraventata oltre il new jersey atterrando sul tettino della Scenic. L’auto di Vivone, ormai senza controllo, ha infilato a quel punto il tratto privo di ogni elemento di divisione fra i due sensi di marcia del raccordo, attraversando tutta la carreggiata, urtando contro una quarta vettura che stava sopraggiungendo in quel momento e piantandosi, infine e senza scampo, nel fossato sottostante. Gli avvisi di garanzia ricevuti in queste ore dalle tre persone indagate per omicidio colposo, concedono loro, oltre la possibilità di difendersi, anche quella di nominare propri periti.