Capecchi critica la Regione "Piano che non sta in piedi"

Il consigliere regionale di Fdi: "Senza nuovi impianti, i costi schizzeranno"

Capecchi critica la Regione  "Piano che non sta in piedi"
Capecchi critica la Regione "Piano che non sta in piedi"

"Altro che ‘svolta’ col piano regionale per l’economia circolare: la situazione dei rifiuti in Toscana è preoccupante e rischiano di rimetterci i cittadini". Non ci gira intorno il consigliere regionale Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), fortemente critico nei confronti del nuovo piano dei rifiuti presentato nei giorni scorsi in Regione. "Un conto sono le chiacchiere – spiega Capecchi – ed un conto sono i dati: la regione dice no ai termovalorizzatori, però per smaltire i rifiuti mantiene attivi o addirittura potenzia i vecchi impianti già esistenti: sono stati avviati gli ampliamenti all’Aisa di Arezzo, sono in corso valutazioni simili sul termovalorizzatore di Livorno e c’è una richiesta di ampliamento anche per quello di Poggibonsi. Per non parlare di quello più vicino a casa nostra, Montale, che doveva essere chiuso da tempo ed invece resterà attivo non solo fino al 2024 come inizialmente ipotizzato, ma forse anche oltre". Montale che, secondo i piani, sarà messo da parte entro il 2024, con l’entrata in scena dell’innovativo impianto di Empoli che avrebbe dovuto segnare la "svolta" nello smaltimento dei rifiuti in regione.

"Ideologicamente – aggiunge – la Regione dice ‘no ai termovalorizzatori’ e poi si vanno a spendere soldi in impianti ormai vecchi e superati tecnologicamente. Non solo non vedo coerenza ma non vedo nemmeno una scelta furba ed efficiente". Da Fratelli d’Italia, insomma, la critica è di mantenere sostanzialmente lo status quo del (costoso) smaltimento dei rifiuti in regione con un piano che, a detta di Capecchi, è sostanzialmente inattuabile. "Un piano che così come presentato non sta in piedi, a partire dal quantitativo di rifiuti ipotizzata a cui mancano circa 200mila tonnellate annue rispetto a quelle annunciate dall’allora assessore Fratoni nel 2019. Allo stato attuale, senza nuovi impianti, i casi sono due: o i rifiuti li facciamo sparire magicamente o li mandiamo nel nord Europa dove vengono smaltiti negli impianti di nuova generazione. Quest’ultima soluzione ha un costo elevato, ne parliamo da molti anni, e finché rimarrà così la Tari non solo calerà ma continuerà ad aumentare. Cittadini e aziende sono ormai esasperati: dopo anni di raccolta differenziata, mandiamo in discarica ancora oltre il 35% dei rifiuti che produciamo, con tariffe di smaltimento per i cittadini sempre più alte. E come, se non bastasse, l’Europa ci impone di arrivare al 10% dei rifiuti in discarica entro il 2030. Per questo io sono estremamente preoccupato: lo ero prima e lo sono ancora di più adesso che ho visto i dettagli del piano regionale".

Francesco Storai