GIANLUCA BARNI
GIANLUCA BARNI
Cronaca

La stagione della caccia. L’apertura si avvicina: "Emergenza ungulati? Nel pistoiese non c’è"

Il punto con il presidente locale di Federcaccia, l’avvocato Gian Luca Lomi: "Distribuzione dei tesserini in corso. Rispettare le leggi e la natura"

Un branco di cinghiali

Un branco di cinghiali

Pistoia, 15 agosto 2024 – “L’augurio ai cacciatori pistoiesi? Che sia una stagione venatoria ricca di soddisfazioni, condividendo quello che la natura ci dà, rispettando le leggi e le norme e vivendo all’aria aperta". In vista della preapertura della caccia, domenica primo settembre, ma soprattutto dell’apertura fissata domenica 15 settembre (chiusura il 31 gennaio 2025), è questo l’auspicio di Gian Luca Faliero Lomi, 62 anni avvocato, che abita ed esercita la professione forense a Pistoia. Sposato con Franca e padre di Filippo, "che studia Giurisprudenza, ma purtroppo non caccia", dallo scorso febbraio è il presidente di Federcaccia, sezione comunale di Pistoia.

Gian Luca Lomi
Gian Luca Lomi

Lomi, stiamo per entrare nel vivo della stagione...

«Non siamo ancora in grado di sapere quanti cacciatori pistoiesi saranno interessati, visto che proprio in questo periodo sono in fase di consegna i tesserini venatori. Il grosso del ritiro sarà nelle prime settimane di settembre. Dal punto di vista generale, stiamo vivendo il trapasso tecnico dal tesserino venatorio cartaceo a quello digitale. Che cosa significa? Per l’apertura, diverse specie cacciabili potranno essere abbattute soltanto da chi è in possesso del tesserino digitale. Ad esempio, la tortora è contingentata, cacciabile solo da chi è in possesso dei tesserini digitali. Visti i pochi esemplari cacciabili, è una caccia che dura pochissimo: quando è stato raggiunto il limite massimo di capi abbattibile, la Regione Toscana darà lo stop".

Anche a Pistoia si può parlare di emergenza-ungulati?

"A nostro avviso, per quanto riguarda l’ATC di Pistoia, non esiste un vero e proprio problema. Mi spiego: non abbiamo colture vitivinicole intensive come nel senese o nel Trentino, ove in prossimità della vendemmia, il cinghiale può creare danni. Da noi registriamo problemi in zona-Casalbosco e un po’ sul Montalbano. I cinghiali fanno danni ai privati cittadini (giardini) e in parte alle aziende agricole vivaistiche a valle del Montalbano (Vinacciano, nda), danneggiando la vasetteria e andando a incidere sugli impianti di irrigazione".

Com’è possibile intervenire, se è possibile?

"C’è l’attività di contenimento a chiamata. Il cittadino può presentare denuncia ai Carabinieri forestali o alle Guardie provinciali ed ecco l’attività di monitoraggio e gli interventi di abbattimento nelle aree interessate. I cinghiali si riproducono velocemente e con i boschi maltenuti non hanno da cibarsi, scendono a valle, sempre più vicino agli abitati. Un suggerimento: state attenti all’umido lasciato fuori dalle case, col caldo fermenta attirando gli animali. Da noi, però, la problematica è gestibile e viene gestita. Per quanto riguarda cervi, caprioli, daini e mufloni, queste specie sono in decremento: la presenza del lupo è servita da bioregolatore. Il lupo, così come gli stessi ungulati, è una risorsa naturale per l’ambiente e non una preoccupazione. Qualche danno per la pastorizia, da noi presente ma limitata, non come in Maremma ove vi sono capi allo stato brado".

Il rapporto con le associazioni animaliste e ambientaliste è migliorato?

"Sì. Il rapporto migliore è con Legambiente, associazione storica assieme al Wwf: condividiamo idee e progetti e il rispetto dell’ambiente. Il cacciatore sa di dover trovare una sinergia tra caccia e ambiente".