Brunero, internato a sedici anni "Per mesi lo attesero alla stazione"

La storia del giovane aglianese Tesi, catturato a Prato: morì nel campo di concentramento di Mauthausen. Il ricordo di Dunia Sardi: "Era uscito a comprare le medicine, fu preso tra gli scioperanti delle fabbriche".

Brunero, internato a sedici anni  "Per mesi lo attesero alla stazione"
Brunero, internato a sedici anni "Per mesi lo attesero alla stazione"

Aveva solo 16 anni ed era andato a comprare dei farmaci per suo padre. Finì su un treno diretto al campo di concentramento di Mauthausen, dove morì sette mesi dopo. E’ la tragica sorte di Brunero Tesi di Agliana, raccontata dalla scrittrice Dunia Sardi per non perdere la memoria. Ecco una versione ridotta del racconto. "Era il mio compleanno, quel giorno di marzo del ’44, ma in casa c’erano solo silenzi e volti disperati, si mormorava il nome di Brunero in tutti i discorsi. Il babbo era prigioniero di guerra e io vivevo con la mamma e la nonna Morina in una casa sul torrente Bure. Da qualche giorno venivano, disperate, a casa mia, la mamma e la zia di Brunero, figlio di un fratello della nonna. Insieme andavano alla stazione ad aspettare l’arrivo dei treni, pregando che da uno di quelli potesse scendere Brunero, che giorni prima era andato a Prato a comprare le medicine per il babbo e non era più tornato. In quei giorni anche a Prato era cominciato lo sciopero generale dell’industria tessile, proclamato dal Cln contro il nazi-fascismo e la guerra e Hitler aveva dato ordine di fare rastrellamenti tra gli scioperanti. La città era piombata nel caos. Il grido lacerante delle sirene delle fabbriche sferzava l’aria e da un capo all’altro della città si rincorrevano i fischi delle milizie e gli spari intimidatori dei tedeschi. Brunero, comprate le medicine, si stava avviando alla stazione. Senza capire quello che stava succedendo, frastornato dalle urla e dal rumore che saliva da tutte le strade, si era messo a correre, ma non era riuscito a nascondersi e si era trovato immobilizzato e spinto a forza in una di quelle camionette ferme in attesa di vittime da trasportare nelle caserme. L’8 marzo, dalla stazione di Santa Maria Novella, a Firenze, partì il treno diretto a Mauthausen carico di deportati: dai finestrini piovevano piccoli pezzi di carta bianca, con i nomi di coloro che sul treno erano riusciti a passarsi di mano in mano una penna e qualche pezzo di carta. Sul marciapiede della stazione sembrava fossero piovuti fiori d’acacia o grossi fiocchi di neve. Fra quelli che non erano riusciti ad avvisare la famiglia c’era Brunero. Quel treno arrivò a Mauthausen l’11 marzo ’44 e da allora Brunero divenne il numero 57431. Dopo qualche mese, un guardia in motocicletta portò alla madre di Brunero un telegramma: il rombo della moto che ripartiva coprì il grido della donna che aveva letto: "Il 10 ottobre 1944, nel campo di concentramento di Mauthausen è morto Brunero Tesi, di anni sedici".

Piera Salvi