
Don Massimo Biancalani
Don Biancalani si trova davanti a un bivio. Poco ’sposta’ la stringata nota diramata dalla Diocesi di Pistoia nella giornata di ieri, che ha diffuso alcune precisazioni ufficiali riguardo alla situazione del parroco, noto per il suo impegno nell’accoglienza, al centro di un annoso, acceso dibattito pubblico. Secondo la Diocesi di Pistoia, don Biancalani non è stato rimosso dal suo servizio pastorale: continua infatti a svolgere le sue attività sacerdotali alla parrocchia di Vicofaro e prosegue il ministero di parroco (con legale rappresentanza, in questo caso) anche nella parrocchia di San Niccolò in Ramini, dove peraltro continuare a ospitare diversi migranti (situazione, questa, strettamente monitorata).
Formalmente, dunque, Biancalani ha perso la rappresentanza legale della parrocchia di Vicofaro, come avevamo già ampiamente documentato, lo scorso 29 giugno. Rappresentanza ora affidata provvisoriamente (il decreto è dello scorso 5 agosto, a seguito del ricorso presentato da Biancalani stesso nel mese di luglio) dal vescovo Fausto Tardelli a un altro presbitero, monsignor Patrizio Fabbri. Un dualismo nella gestione del caso che, almeno all’apparenza, sembra riflettere la ricerca di una sorta di ’via di mezzo’. In realtà, le azioni della Diocesi stringono il parroco verso due diverse opzioni, un bivio appunto. Da una parte ci sarebbe l’ipotesi del trasferimento, dall’altra quella più ’tranchant’ della rimozione.
In altre parole, se Biancalani accetterà l’incarico all’Ufficio missionario della diocesi – proposto dal vescovo – sarà a quel punto costretto a lasciare le proprie parrocchie, Vicofaro e Ramini. In questo caso, saremmo di fronte a un trasferimento. Se invece non accetterà, è assai probabile che si vada verso la rimozione di Biancalani dalle proprie parrocchie. In che modo? In forza, pare, di un procedimento disciplinare ai sensi del diritto canonico, che sarebbe stato aperto a suo carico quasi due mesi fa. Procedimento che potrebbe minare il suo servizio pastorale.
Le problematiche di Vicofaro, che ha visto la chiusura temporanea della struttura per gravi criticità legate alla sicurezza e all’igiene, sono state ufficialmente la causa della sospensione delle attività. Gli ospiti migranti sono stati ricollocati in ambienti più idonei, grazie all’impegno congiunto della Diocesi e della Caritas nazionale, in percorsi mirati all’autonomia e all’inclusione. La vicenda, dunque, pare giunta alle battute finali. E il vescovo auspicherebbe di chiudere definitivamente la questione prima di lasciare la guida della diocesi. A gennaio 2026, infatti, compirà 75 anni, età in cui il diritto canonico impone di presentare le dimissioni al Papa. Sarà dunque il Pontefice, papa Leone, a decidere sulle nomine episcopali di Pistoia e Pescia.
Questa scadenza apre una fase delicata, nella quale la gestione del "caso Biancalani" si intreccia con i cambiamenti imminenti ai vertici ecclesiastici. Nel frattempo, la comunità di Vicofaro e la diocesi si muovono in una zona grigia fatta di attesa e discussioni che travalicano i confini della Chiesa locale.
albe-M.M.