Pistoiese nel caos. De Simone in carcere, arrestato anche Lehmann. In cassa niente soldi

Il ’garante’ è coinvolto in una maxi-frode milionaria relativa ai fondi Ue e Pnrr. Misura cautelare anche per l’imprenditore tedesco, ex numero uno del club. Il futuro è nero

Pistoia, 5 aprile 2024 – Una fine annunciata. All’alba di ieri mattina Maurizio De Simone, ’patron’ dell’Us Pistoiese 1921, è stato arrestato dai militari della guardia di finanza di Pistoia. Il garante del trust Orange, che controlla il club arancione, risulta coinvolto in una maxi-frode milionaria relativa a fondi Ue e Pnrr. Al pari di Stefan Lehmann, l’imprenditore tedesco che rilevò la società nel gennaio del 2022 per poi cederla allo stesso De Simone un anno e mezzo dopo: anche lui risulta essere tra gli arrestati dalle Fiamme gialle. Un’operazione condotta dai finanzieri del comando di Venezia e del nucleo speciale ’Spesa pubblica e repressione frodi comunitarie’, con il supporto del ’Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico) e del nucleo speciale ’Tutela privacy e frodi tecnologiche’, che nelle prime ore della giornata di ieri hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di ventiquattro soggetti, tra cui gli stessi De Simone e Lehmann, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, Mara Mattioli, su richiesta del procuratore europeo delegato dell’ufficio di Venezia, Donata Costa, nonché di sequestri preventivi per oltre 600 milioni di euro.

A supportare le operazioni, come detto, il comando provinciale della guardia di finanza di Pistoia, che nel corso della mattinata ha eseguito una lunga e accurata perquisizione nella sede della Pistoiese. De Simone invece è stato trattenuto per diverse ore nella caserma delle Fiamme gialle per le operazioni di rito, per poi essere trasferito nel carcere di Santa Caterina intorno alle due del pomeriggio. Oltre al suo e a quello dell’ex ’patron’ tedesco, ci sono stati altri sei arresti, mentre per quattordici persone sono scattati i domiciliari e per altre due le interdizioni a svolgere attività professionali.

Le attività di frode attribuite al sodalizio criminale, con il coinvolgimento di svariati prestanome e professionisti, hanno riguardato iniziative progettuali per decine di milioni di euro legati al Pnrr ed erogati da Simest (società partecipata da Cdp). Le investigazioni hanno poi permesso di far emergere come la stessa organizzazione, utilizzando spesso le stesse società, fosse dedita anche alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio (bonus facciate) e per il sostegno della capitalizzazione delle imprese (A ce), per circa 600 milioni di euro. Lo stesso De Simone, peraltro, a fine 2022 era stato iscritto al registro degli indagati dalla procura di Avellino insieme ad altre persone per una presunta truffa da 15 milioni di euro legata proprio ai ’bonus facciate’. Lehmann, invece, nello stesso periodo era finito tra gli indagati in un’inchiesta della procura di Venezia per presunti milionari mancati versamenti sull’Iva. Filoni, questi, che potrebbero essere collegati alla maxi frode emersa ieri.

Secondo quanto ricostruito, nell’ambito dell’indagine condotta dai finanzieri di Venezia, De Simone avrebbe ottenuto nel 2022 dalla Società Simest 150mila euro di fondi legati al Pnrr, grazie a un bando per imprese a cui avrebbe partecipato con un’azienda di cui risultava amministratore. L’impresa, che ha sede ad Avellino, avrebbe percepito questi fondi mai impiegati poi per i progetti presentati. I contributi percepiti sarebbero stati poi ceduti (con passaggi tracciati nell’indagine condotta dai finanzieri di Venezia) ad un’altra società che a sua volta li avrebbe girati all’Us Pistoiese 1921. L’attività di indagine è stata portata avanti attraverso riscontri telematici, una vasta acquisizione documentale, e il tracciamento di bonifici bancari con cui le società (di fatto create ad hoc) facevano transitare di volta in volta piccole somme.

Ma c’è di più, ovviamente. In particolare un’indagine parallela a quella condotta a Venezia, che vede coinvolto in prima persona Maurizio De Simone e, di riflesso, anche l’Us Pistoiese 1921. La Procura di Pistoia ha avviato un’inchiesta dal 2023, che vede al lavoro gli uomini della Guardia di Finanza di Pistoia, sotto la direzione dei sostituti procuratori Linda Gambassi e Luisa Serranti. L’ipotesi di reato per De Simone, nell’ambito dello svolgimento del suo ruolo all’interno della società arancione, sarebbe quella di bancarotta fraudolenta, falsa comunicazione sociale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e indebita compensazione di imposte. L’indagine, che ha avuto un impulso ulteriore nello scorso mese di febbraio, vedrebbe coinvolti anche altri soggetti vicini al patron di fatto della società arancione. Dunque si profila l’ipotesi di una collaborazione di più persone al fine di ottenere indebiti profitti ai danni della società.

Il futuro

E adesso cosa succede? È questa la domanda che si stanno ponendo più o meno tutti coloro che orbitano attorno al mondo Pistoiese dopo il susseguirsi di fatti avvenuti ieri. La società arancione si trova nel caos più totale a poco più di due giorni dalla partita contro il Fanfulla, in programma domenica alle 15 alla Dossenina di Lodi.

Il primo aspetto su cui fare chiarezza è legato al fatto che il settore sportivo non è coinvolto da quanto successo in ambito societario. Tradotto: la squadra ha la possibilità di allenarsi, presentarsi alle partite e disputarle regolarmente. Alla teoria e alle possibilità si contrappone però una dura realtà, che porta con sé un rilevante numero di problemi irrisolti. Su tutti quello legato agli stipendi e ai rimborsi dei tesserati, che non percepiscono alcun compenso da diversi mesi. Alcuni giocatori sarebbero addirittura senza alloggio, in quanto la proprietà ha mancato di pagare i proprietari delle abitazioni degli arancioni. I calciatori della Pistoiese si ritrovano quindi senza una società, senza un tetto sopra la testa e costretti a sostenere le spese quotidiane coi propri soldi: non proprio la condizione ideale per giocare una partita di calcio. La trasferta di Lodi, ma più in generale tutti e cinque gli impegni da qui al termine della stagione, sono quindi da considerare a forte rischio. Vengono infatti a mancare i più banali requisiti minimi sia economici che logistici per organizzare un viaggio di 250 km. Come si sposterà la squadra? Chi pagherà il pullman? Nel caso in cui la Pistoiese non si presentasse a Lodi scatterebbe la sconfitta per 0-3 a tavolino, oltre ad un punto di penalità e ad una sanzione economica. L’esclusione dal campionato è invece prevista da regolamento dopo quattro partite consecutive perse a tavolino. Problemi decisamente non di poco conto, che vanno ad aggiungersi al fatto che ad ora non c’è nemmeno un allenatore. Ieri mattina Gabriele Parigi, pur non essendo più il tecnico della Pistoiese, era presente al Melani assieme ai calciatori per provare a non far scoppiare definitivamente il caos anche nello spogliatoio.

Un suo ritorno sarebbe ben voluto da tutti i ragazzi, ma in tal caso chi prenderebbe la decisione di richiamarlo? Tra le tante nuvole che veleggiano sopra il futuro dell’Olandesina vi è poi quella più scura di tutte legata al futuro societario. Com’è ormai risaputo, ci sono alcuni imprenditori pistoiesi e provenienti dalle zone limitrofe che sarebbero pronti a rilevare il titolo del club in caso di fallimento, alla luce anche la difficoltà nel trattare con De Simone vista la sua posizione legale. Tante, troppe perplessità gravitano attorno alla Pistoiese, con un’unica certezza: il pallone a Pistoia ha già smesso di rotolare.