
Animali e anziani
Pistoia, 20 giugno 2016 - Le persone più fragili spesso hanno bisogno che qualcuno apra il loro cuore, che lo sfiori con tenerezza dandogli la possibilità di un palpito, di un’emozione dimenticata, di una speranza. Luce e Gea hanno quattro zampe, una coda che parla e due occhi più che umani e per nove incontri hanno coccolato le persone che frequentano il Centro Diurno dell’Associazione Casa dell’Anziano di Monteoliveto che, per la prima volta, hanno sperimentato così la pet therapy, ovvero la vicinanza di un animale domestico con la possibilità che la presenza dell’animale, il cane in questo caso, possa aprire varchi emotivi laddove l’età avanzata e le condizioni di non autosufficienza possano aver compromesso la possibilità di relazionarsi con gli altri e, comunque, con il mondo esterno.
E anche una sola carezza sulla testa del cane, o il suo muso che si avvicina al volto ed esplora la persona, annusandola, per chi quasi non riesce più a parlare è un traguardo. Come la pallina lanciata e riportata nelle mani dell’anziano da Luce o da Gea, oppure quattro passi nel corridoio con una delle due al guinzaglio che, da sole, sanno come accompagnare quei passi malfermi, ma con un volto illuminato da una luce diversa. Questa prima sperimentazione, con Franco Bendinelli e Marco Manzi della Scuola Cinofila Gruppo Febo della Misericordia di Pistoia, è andata benissimo e sabato scorso gli anziani del Centro hanno salutato Gea e Luce con un velo di tristezza. A tutti gli incontri erano presenti le assistenti Silvia Michelozzi e Fiammetta Fanuli, l’infermiera Irene Fedi e la fisioterapista Sara de Montis.
Tutti i progressi compiuti sono stati documentati, passo dopo passo, dal coordinatore dei centri diurni, Francesca Longinotti, secondo le linee guida ministeriali in materia di Iaa, sigla che sta per: interventi assistiti con gli animali. Sul suo quaderno Francesca ha raccontato di chi ha chiamato il cane per nome, ricordandoselo, di chi ha finalmente sorriso, di chi ha abbandonato la sua bambolina e certi comportamenti ripetitivi aprendo uno spiraglio verso l’esterno. Il progetto non si chiude qui, perchè la Casa dell’Anziano non esclude di compiere un passo ancora più ambizioso proponendo l’affetto incondizionato di Luce e di Gea a quegli anziani ancora più fragili che frequentano il Centro Diurno per i malati di Alzheimer, dove un sorriso e una carezza su quei musi sarebbe, ancor di più, un piccolo miracolo.