Nella giornata di punto della situazione fatto dalle associazioni di categoria su cosa si sta muovendo, a livello politico e di ristori, dopo l’alluvione del 2 novembre scorso, è intervenuta anche Confindustria Toscana Nord lamentando che la metà delle proprie aziende sono ancora inattive ed una buona parte ripartiranno soltanto fra qualche settimana. "Chi ha avuto meno conseguenze è ripartito se non a pieno regime almeno in misura significativa – dicono da Confindustria – altre aziende sono inattive e lo rimarranno per alcune settimane. Delle 150 imprese industriali censite da Confindustria Toscana Nord nell’area di propria pertinenza (100 del tessile su Prato e Pistoia e altre 50 di altri settori manifatturieri) la metà ha riportato danni così consistenti da non aver ancora ripreso l’attività. Siamo di fronte a ripercussioni rilevanti: molte attività sono parte di filiere produttive che risentono della situazione in tutta la loro articolazione. Nonostante questo quadro, le imprese sono ancora in attesa di veder accolte le richieste di un decreto legge che sospenda gli adempimenti tributari, contributivi, previdenziali, amministrativi e ambientali a carico delle imprese dei territori alluvionati". E, così, i portoni e gli uffici delle imprese restano chiusi ma le scadenze da rispettare non si fermano. "Oggi è la data ultima per alcuni adempimenti fiscali tra cui l’Iva, oltre che per l’utilizzo in compensazione dei bonus energia e gas del 1° e 2° trimestre 2023; a fine mese tocca a Irap e Ires così come scadranno i termini per l’effettuazione degli investimenti su beni materiali ’Industria 4.0’". Gli industriali ricordano, infine, che grazie anche al coinvolgimento della direzione nazionale è stato chiesto il decreto sospensivo: in Emilia Romagna arrivò in tempi rapidi, dalle nostre parti ancora nulla...
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