Amianto, morì ex operaio: "Assolvete il dirigente"

E’ iniziata ieri pomeriggio, in tribunale, la discussione del processo per omicidio colposo che vede imputato l’ingegnere Roberto Cai, ex dirigente della Breda (oggi Hitachi Rail), 87 anni, sotto accusa per la morte sospetta da amianto dell’ex operaio Gianfranco Pastorelli. Il processo si svolge davanti al giudice monocratico Raffaella Amoresano. Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Massimiliano Tesi ha chiesto l’assoluzione dell’imputato per la mancanza di nesso di causa tra la morte di Pastorelli e l’esposizione alle fibre di amianto negli stabilimenti di via Ciliegiole. Pastorelli morì nel 2020. Era stato colpito da un tumore alla laringe che lo aveva afflitto fino alla morte, avvenuta per una forma di leucemia mielocitica.

Per la difesa di Roberto Cai – come si ricorderà – l’esposizione di Pastorelli alle fibre sarebbe stata bassissima. In base a quanto è emerso nel corso del dibattimento, era avvenuta nel corso di un anno, negli anni Sessanta, nel settore viario, dove non vi era spruzzatura massiccia, mentre la posizione di garanzia dei Cai, che è difeso dall’avvocato Andrea Niccolai del foro di Pistoia, risale al 1978, quando le esposizioni erano cessate.

La famiglia di Pastorelli, parte civile rappresentata dall’avvocato Gian Filippo Catarsi di Livorno, nel corso dell’udienza del 3 ottobre scorso, aveva chiesto al giudice una perizia per stabilire il messo causale fra il tumore alla laringe e l’insorgenza della leucemia. Ma il giudice – come avevamo già riportato – non ha ammesso la richiesta, ritenendo sufficienti le indicazioni dei consulenti del pubblico ministero e della difesa.

"Spero che questo processo – ha commentato ieri l’avvocato Niccolai, che si è associato alla richiesta di assoluzione della pubblica accusa – chiuda una vicenda in corso da venticinque anni e dove il mio assistito è sempre stato assolto". Si riprende il 9 gennaio.

l.a.