Alia risponde dopo l’esposto: "Sempre pronti per l’emergenza"

Quattordici cittadini si sono rivolti alla magistratura per chiedere chiarezza sulla gestione post alluvione. L’azienda: "Tutte le operazioni condotte nel rigoroso rispetto delle istruzioni previste dalle ordinanze".

Alia risponde dopo l’esposto: "Sempre pronti per l’emergenza"

Andrea Gheri accanto a materiali e rifiuti

Dopo la notizia dell’esposto presentato da quattrodici cittadini di Montale sulla gestione della fase successiva all’alluvione e in particolare sulla permanenza di materiali e fango nei terreni intorno alle loro case, Alia Multiutility fa sapere di essersi sempre mossa secondo le ordinanze della Regione Toscana.

"Fin dai primi momenti successivi all’alluvione – si legge nella nota di Alia – che nel novembre scorso ha colpito principalmente i territori della provincia di Prato e Pistoia, Alia si è attivata per rispondere all’emergenza e rimuovere i rifiuti presenti in area pubblica, come disposto dalle ordinanze della Regione Toscana, operando in stretta collaborazione con le autorità locali e regionali. Tutte le operazioni – continua la nota – sono state condotte nel rigoroso rispetto delle istruzioni tecniche previste dalle ordinanze, che impongono procedure specifiche per garantire una gestione appropriata dei materiali derivanti dalle emergenze ambientali. L’ultima ordinanza regionale, sulla base della quale Alia sta continuando a garantire il proprio intervento, è la numero 37 del maggio 2024, che disciplina proprio la gestione dei residui solidi delle terre e dei fanghi che, in prima istanza, erano state poste a carico dei Comuni". Alia conclude rassicurando sul fatto che: "Continuerà a operare con la massima responsabilità e dedizione per garantire la salvaguardia del territorio, in piena collaborazione con le autorità locali e regionali".

Pur non essendo esplicitato nella nota, la posizione di Alia è che, conformemente alle ordinanze regionali, non può provvedere alla rimozione dei rifiuti dentro le proprietà private come le fabbriche o i terreni, ma interviene a rimuovere i rifiuti che i proprietari abbiano provveduto a raggruppare in modo che siano accessibili ai mezzi della raccolta. Va ricordato che i terreni di cui si tratta, a nord e a sud di via Tobagi, si estendono fino alla linea ferroviaria. Tali terreni erano tutti coltivati: in parte a grano e grandurco nella zona a nord, in parte sotto forma di vivaio.

In particolare il grande e storico vivaio Gheri è stato letteralmente devastato dall’alluvione con danni ingentissimi. Il proprietario aveva avuto un preventivo per la ripulitura dei terreni di circa 400mila euro. Il problema dei rifiuti e del fango nei terreni apparve subito grave fin dai primi giorni dopo l’alluvione, ma allora si ritenne impossibile intervenire in qualsiasi modo perché il fango umido rendeva impenetrabile l’area. Dunque un intervento sarebbe stato possibile solo con l’arrivo della buona stagione. Ora però lo strato di fango si è solidificato e nell’area è cresciuta una fitta e alta vegetazione che copre anche i materiali che vi si trovavano. Solo una parte dei terreni, a nord di via Tobagi, è stata ripulita e di nuovo lavorata.

Giacomo Bini