A spasso col mito Alessio e Al Pacino La carriera di Piccirillo "Sognare e credere"

A spasso col mito   Alessio e Al Pacino  La carriera di Piccirillo  "Sognare e credere"

A spasso col mito Alessio e Al Pacino La carriera di Piccirillo "Sognare e credere"

Lucia

Agati

Aveva un sogno, quando aveva diciott’anni, ed era il cinema. Sembrava lontanissimo, irrealizzabile. Sembrava un miraggio. Ma un miraggio, come tale, ha sempre una consistenza, e il suo, non è svanito. Il cinema oggi è il suo mondo e i contatti con gli artisti più prestigiosi sono quotidiani, cammina accanto ad Al Pacino con leggerezza e disinvoltura. Cammina accanto al mito con la consapevolezza che sì, è tutto vero. Alessio Piccirillo è un altro dei "Pistorienses" scovati, e fotografati, da Nicolò Begliomini davanti al suo fondale ocra, tratto distintivo di questo suo progetto di costruzione di una comunità reale, dedicata a chi porta alto il nome della sua città. Sul tavolo della sala di posa di Nicolò, Alessio Piccirillo ha portato soltanto il suo telefonino, dove scorre tutta la sua vita e il catalogo per i sessant’anni del David di Donatello. Ha portato tutto il suo mondo. Alessio Piccirillo ha compiuto da poco 46 anni, è nato a Pistoia il 15 marzo del 1977. Il suo babbo è Rocco Piccirillo che è andato in pensione proprio quest’anno dal suo storico negozio di parrucchiere, in Porta San Marco, la mamma, Maria, ha lavorato per qualche tempo in un’azienda farmaceutica, poi si è dedicata completamente alla famiglia. La sorella, Valentina, ha un casale a Vergiole dove ha dato vita al “Podere dei sogni“. Il sogno, qui, è di casa.

Come è iniziata questa sua avventura nel mondo del cinema?

"Ho studiato e mi sono diplomato all’istituto d’arte Petrocchi e poi mi sono trasferito a Bologna dove mi sono laureato, al Dams. Durante gli studi ho iniziato la mia collaborazione con il cinema attraverso una piccola agenzia che ho fondato quando avevo diciotto anni. Lavoravo e studiavo tenendo contatti con il casting. A quell’epoca a Bologna si giravano film. Poi mi sono trasferito a Roma dove ho lavorato come foto editor e pr per un fotografo: mi occupavo degli shooting per attori molto affermati. Le immagini erano destinate ai giornali patinati".

Quando è avvenuta la svolta?

"E’ stato un caso, forse. A Roma ho incontrato Denny Mendez, che molti ricorderanno come la Miss Italia di Montecatini nel ’96 e che avevo incrociato a Bologna alla fine degli anni Novanta. La svolta è avvenuta grazie a lei. Lavorava molto per il teatro e mi chiese di curarle l’ufficio stampa. Buttiamoci in questa avventura, mi dissi. Avevo 25 anni".

E poi ?

"Il mondo del cinema è piccolo, ed è tutto dentro Roma. Le agenzie sono un mondo circoscritto. Da allora ho cominciato a collaborare con la produzione e con la distribuzione, seguendo così tutto il film nel suo percorso. La seconda svolta è stata la nascita dell’agenzia Manzo Piccirillo, fondata con il mio socio di Roma, Pierluigi Manzo".

Quanti film ha seguito finora?

"Più di trecento film. Abbiamo seguito tantissimi attori che oggi sono clienti da tanti anni. Da Alessandro Gassman a Rocio Munoz Morales, alla regista Michela Andreozzi, a Martina Stella, Vittoria Schisani e Claudio Santamaria. Li seguiamo in tutto. La promozione di un film significa giornali, copertine, televisione. Significa gestire la carriera di un artista".

Quale artista considera il suo personale successo?

"La carriera di Rocio: era appena arrivata in Italia, non era famosa, ma è stata una grande soddisfazione accompagnare il suo percorso verso obiettivi importanti come il festival di Sanremo e il Festival del Cinema di Venezia, dove è stata la madrina"

E come ha conosciuto Al Pacino?

"Il contatto con Al Pacino fa parte della promozione in Italia del film. Seguo Venezia da più di dodici anni e sul red carpet, oltre ad Al Pacino, ho accompagnato Penelope Cruz, Naomi Watts, Michael Fassbender".

E’ rimasto legato a Pistoia?

"A Pistoia ci torno più spesso che posso. Vado a trovare i miei genitori, mia sorella e i miei nipoti. E’ la città dove incontro i vecchi amici con i quali tuttavia non ho mai perso i contatti perchè ci sentiamo sempre attraverso le chat e i social".

La trova cambiata?

"L’ho vista trasformarsi. Oggi il centro è molto più curato, è pieno di locali carini. Vittoria Schisano è venuta in città con me. Mi fa piacere camminare in centro con gli artisti che seguo e loro apprezzano molto Pistoia e il suo centro storico".

Cosa rappresenta per lei essere coinvolto nel progetto dei Pistorienses?

"Pistorienses mi ha reso molto orgolioso, come nei festival più importanti, ma tornare a Pistoia è come non essere mai partiti. In questo progetto ci sono tante storie e tanti sogni realizzati e così posso riportare una pillola di cuore nella mia città. Mi piace pensare che la mia storia possa essere d’esempio per i giovani: se hai un sogno e un po’ di fortuna puoi raggiungere l’obiettivo. Credere, prima di tutto. Poi le cose accadono".