
Marius Marin in azione nella prima amichevole stagionale (foto gentilmente concessa da Pisa Sporting Club)
Alberto Gilardino sta plasmando la sua creatura. Partiamo da un presupposto: è bene adesso mettere le mani avanti. Il lavoro sul campo, di appena due settimane, è ancora troppo poco per instillarsi in una squadra che, al momento, si avvicina ma non risulta ancora quella che presumibilmente l’allenatore avrà a disposizione a inizio campionato, considerando che molti dei giocatori che stanno lavorando a Morgex saranno ceduti, altri ne arriveranno, quegli "innesti capaci di poter disputare la Serie A a un certo livello" di cui ha parlato l’allenatore a Sky, oltre ai sei volti nuovi che già lavorano. Inizia però a crearsi il Pisa del domani: d’altronde, si parte da una buona base, quella del gruppo vincente della scorsa stagione, blocco solido per il prossimo campionato.
E così, dopo oltre una settimana di lavoro in Valle d’Aosta, è possibile vedere questo nuovo embrione di squadra. La vittoria per 7-0 contro la rappresentativa locale ci ha dato le prime indicazioni tattiche che, come spesso accade, iniziano sulla stregua della gestione precedente. Il modulo era il 3-4-2-1, seppur interpretato in maniera differente. Sì, perché il Pisa in questa stagione non potrà permettersi quella verticalizzazione spregiudicata della scorsa.
Attenzione ai dettagli. Questa sarà la parola d’ordine. Anzi, lo è già tutt’ora. Lo hanno fatto intendere i calciatori, nelle varie dichiarazioni rilasciate. "Stiamo curando ogni aspetto, alimentiamo l’entusiasmo" ha detto capitan Caracciolo, evidenziando anche la bravura di Dainelli, collaboratore di Gilardino (446 presenze in Serie A in carriera) nella cura del reparto difensivo. "Il mister e lo staff ci dicono le cose giuste: c’è una grande attenzione ai particolari" ha confermato anche Canestrelli, con Angori che aveva svelato un tema in più: una passione per il possesso palla. Non che si debba pensare a un fraseggio continuo di aquilanesca memoria in casa Pisa: si consideri che alla sua prima stagione in A, il Genoa di Gilardino ha registrato il decimo dato del campionato per possesso, con il 44%.
È più corretto parlare di occupazione degli spazi e di gestione del pallone in determinate zone di campo. Per farlo, l’allenatore ha adottato anche una curiosa tecnica di allenamento vista a Morgex, delimitando il campo in vari settori, ognuno dei quali richiede le giuste scelte. Settori per aiutare i calciatori a capire le proprie idee di calcio, e anche quella costruzione dal basso sulla quale tanto si è dibattuto a Pisa negli scorsi anni.
Che Pisa sarà ad agosto, a ora è difficile dirlo, ma intanto è possibile rintracciare dei temi chiave: possesso e attenzione ai dettagli. Meno spregiudicato, più meticoloso. Si preannuncia così il nuovo Pisa.
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