Volontari senza vaccino: "Indignati e delusi: sono a rischio i servizi"

Niente vaccini ai volontari, Misericordia, Pubblica Assistenza e Croce Rossa: "Difficile gestire le attività: senza sicurezza piovono forfait"

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Pisa, 30 marzo 2021 - Delusi e arrabbiati. Anzi, per usare le parole di Enrico Dini, commissario della Misericordia di Pisa, il mondo del volontario "è indignato". Lo stop alle vaccinazioni dei soccorritori fa infuriare chi ogni giorno deve far quadrare un’organizzazione complessa come quella del soccorso. E la pazienza, dopo settimane di inutile attesa, ora è finita. "Mi sento offeso – spiega Dini – quando sento parlare avvocati e magistrati che minacciano di bloccare le aule di Giustizia se non saranno vaccinati. Noi non interromperemo i nostri servizi, perché non appartiene al nostro modo di agire, ma ci faremo sentire a tutela dei nostri operatori e anche degli utenti. Anzi, dico di più, l’Asl dovrebbe essere la prima a tutelare i soccorritori proprio per garantire un sistema di assistenza sicuro".

Ma il ritardi nelle vaccinazioni incidono direttamente anche sull’organizzazione: "Purtroppo – conclude Dini – in assenza di un tempistica certa e celere della copertura vaccinale dei volontari dobbiamo sempre più spesso fare i conti con le rinunce di chi preferisce fermarsi per non rischiare la propria salute. Del resto dall’inizio dell’emergenza sanitaria abbiamo garantito e stiamo garantendo centinaia di servizi legati alla pandemia, compresa la consegna di generi alimentari a casa di chi è in quarantena".

E’ un problema che vive anche la Pubblica Assistenza: "Abbiamo difficoltà – ammette il presidente Alessandro Betti – ad aprire anche le nostre 9 sedi sul territorio, perché in assenza di vaccinazioni molti volontari sospendono il servizio. L’apertura delle sedi è spesso affidata a pensionati di lungo corso, persone di circa 70 anni che hanno paura di essere contagiati. Ma il tema delle vaccini al volontariato non è figlio di un rivendicazionismo di categoria. Anzi. Bene hanno fatto le Misericordie toscane a mobilitarsi a livello regionale, è un modo corretto di rappresentare la base e per rappresentare i volontari sempre più critici verso le istituzioni e in ansia per se stessi e per gli altri. E in questa situazione è intollerabile il silenzio assordante di Anpas. Non abbiamo notizie né informazioni sulla ripresa delle vaccinazioni eppure ogni giorno la Regione Toscana ci chiede nuove attività, anche per supportare la campagna vaccinale".

Concetto espresso con ancora maggiore vigore e chiarezza da Graziano Pacini, coordinatore della Zona Pisana di Anpas Toscana: "La si può girare come si vuole ma se, nella nostra amata Toscana, si perde per strada una parte del volontariato organizzato da Anpas, Misericordie e Cri, o non si proteggono i volontari alla pari degli operatori sanitari con cui interagiscono negli ospedali e sul territorio, non c’è sistema socio-sanitario che tenga. E c’è da sperare vivamente che non riparta una nuova tragica ondata di focolai. Se si fosse davvero privilegiato la vaccinazione degli anziani, non ci sarebbero le crescenti defezioni di volontari giovani non vaccinati che hanno anziani a casa da tutelare. Non è difficile capire che la strada giusta e urgente è quella di completare rapidissimamente la vaccinazione di tutti gli operatori del volontariato, per i quali la pressione da tempo deriva dalle comunità locali che ne trarrebbero enormi motivi di maggior sicurezza e tranquillità".

Il direttore tecnico della Croce Rossa, Nicola Venturini, ricorda che "appena un terzo del nostro personale (volontari compresi) è vaccinato e quindi ci aspettiamo che la Regione davvero dimostri con i fatti attenzione verso il nostro mondo prezioso per tutti". Dall’inizio della pandemia la Croce Rossa, prosegue il direttore, "ha eseguito oltre mille servizi con personale equipaggiato con i Dpi per fronteggiare casi di sospetto Covid o Covid conclamato: sono numeri che dicono da soli quanto sia urgente la vaccinazione". Anche perché, conclude Venturini, la coperta è corta: "Senza vaccino stiamo perdendo volontari, anche giovani, che non possono correre il rischio infettarsi e di fermarsi con gravi conseguenza anche per l’aspetto legato al loro lavoro".