REDAZIONE PISA

Video, selfie e curiosi: "Sembra una guerra"

Come sul set di un film, folla di locali e di persone arrivate da altre province. "Qui mio nonno si finse prigioniero per fuggire ai nazisti". .

Alle 8, ci sono già i residenti e i volontari, naturalmente, che aiutano le forze dell’ordine, oltre che nelle operazioni, anche con le persone da evacuare. Pubblica assistenza di Pisa e sezione di Migliarino e Croce Rossa di Pontasserchio. Telefonino alla mano, riprendono il momento esatto in cui il ponte va giù. Chi ci veniva da piccolo, chi lo vede più o meno per la prima volta. E chi chiede quale sarà adesso il futuro di questa infrastruttura. "Era un simbolo del territorio – ricordano il presidente dell’associazione Salviamo la Rocca di Ripafratta, Francesco Noferi, e il vice Ubaldo Fronte – Ora qual è il progetto? Avremmo preferito il suo recupero ma capiamo che è stato fatto diversamente per motivi di sicurezza e budget, allora meglio la demolizione completa". Silvio Casapieri (nella foto a destra) ha sempre abitato qui. "Quando facevo il macchinista ci passavo sotto". Monica Fontani che con il compagno Andrea Volterrani assiste all’esplosione vede questo ponte tutti i giorni da 20 anni. "Ci portavo le mie bimbe a passeggiare". Alessandro Orsetti e Loredana Lina Insalaco arrivano da San Giuliano in bici, sono appassionati delle due ruote: "Non è stata una sensazione piacevole: sembrava di essere in guerra". Lavinia Bianchi, 30 anni, racconta di quando suo nonno Silvano Antonelli "partigiano, fece finta di essere un prigioniero, mentre l’amico si travestì da ufficiale nazista per recuperare delle armi da queste parti, rischiarono la vita".

An. Cas.