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Università e abbandoni Effetto pandemia "Pisa si salva grazie al legame con la città"

A livello nazionale dal 2022 al 2023 si è passati dal 24.3 al 38,9%. In Unipi aumento di soli 3 punti e in linea con i dati degli ultimi 5 anni. Il prorettore Giovanni Paoletti: "Tanti fattori, ma quadro fa ben sperare".

Università e abbandoni Effetto pandemia "Pisa si salva grazie al legame con la città"

di Antonia Casini

PISA

Abbandoni e cambi di corso dopo la pandemia e la conseguente didattica a distanza. Nel nostro paese, a ogni livello di istruzione, il quadro è preoccupante, con tanti giovani che hanno lasciato gli studi dopo gli anni del Covid. Ma l’università di Pisa sembra fare eccezione. In base ai dati ufficiali che si sono potuti consultare ad aprile 2023, prendendo in considerazione i 30 più grandi atenei italiani (non telematici) per numero di studenti, Pisa è fra i più virtuosi: rientra infatti tra i primi 10 che hanno i numeri più bassi in questa particolare classifica. Nel confronto 2022-2023, la media nazionale è passata da 24,3% a 38,9%, oltre il 10%. Pisa ha avuto una media del 30% negli ultimi 5 anni e nel 2022 era a 29,2%,. Nell’anno in corso è salita di circa tre punti percentuali (a 32,9%). Si tratta dunque di un lieve incremento rispetto a quanto accaduto in Italia. Per abbandoni l’indicatore ministeriale intende gli studenti che dopo ’n’ più 1 anni dalla prima iscrizione (dove ’n’ è la durata normale del corso: ad esempio per una triennale è di 3 più 1) sono usciti dalla loro classe di laurea. Rientrano in questi dati, quindi, non solo le rinunce agli studi vere e proprie, ma anche i cambiamenti di corso. La fonte è l’osservatorio del consorzio interuniversitario Cineca che si basa su statistiche ministeriali

A commentare questo delicato tema è il professor Giovanni Paoletti, prorettore alla Didattica: " Il dato sembra confermato anche dai primi numeri ufficiali che abbiamo potuto consultare per il 2022-23, che mostrano un buon contenimento degli abbandoni anche a seguito della pandemia. Dobbiamo leggere i dati con prudenza e seguirli su più anni. Siamo in parte nelle congetture, ma sembra di poter affermare che Pisa ha retto meglio del resto d’Italia il fenomeno della crescita degli “abbandoni”". "Di sicuro paga il legame stretto tra l’Università e la città – aggiunge il prorettore – 45mila iscritti per 90mila residenti, il rapporto è di 1 a 2, ma sembra aver ottenuto risultati anche l’impegno che abbiamo messo nel privilegiare sempre la frequenza in presenza".

In questi giorni (da ieri) si stanno tenendo i test per alcuni corsi di laurea. Sono circa 3000 i candidati iscritti alle sette prove di ammissione che quest’anno si tengono fra Lucca e Pisa per un totale di 1177 posti disponibili. Quelli per Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina Veterinaria si sono già svolti attraverso la modalità Tolc (Test OnLine Cisia- Consorzio interuniversitario sistemi integrati per l’accesso), in due sessioni, tra il 14 ed il 24 aprile e il 15 ed il 25 luglio.

Difficile comparare i dati, in questo caso, visti i diversi approcci negli ultimi due anni. Ma per quanto riguarda Medicina, lo scorso anno furono 1278 i candidati, mentre a luglio sono stati 2638 e ad aprile 2031. Per le professioni sanitarie: 1864 contro i 1545. Non solo un calo di interesse per quest’ultime. Probabilmente, chi ha pensato di avere buone chance di entrare a Medicina ha evitato di iscriversi alle prove per le professioni sanitarie, come accadeva prima.