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Un palazzo tra arte, fede e storia

Un volume svela i tesori dell’Arcivescovado, uno dei rari edifici che si sono conservati integri nel tempo

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Certamente uno dei luoghi più importanti della città, sia per il suo ruolo politico e religioso, sia per il suo significato artistico e culturale, il Palazzo Arcivescovile domina da oltre mille anni il panorama urbanistico e architettonico di Pisa in un intimo e fisico rapporto con la Cattedrale e i monumenti che le sono attorno. Documentato fin dagli anni prima del Mille presso la Chiesa di San Giorgio de Ponte, non più esistente da quando nel secondo Quattrocento venne realizzato il monumentale palazzo voluto dall’Arcivescovo Filippo de’ Medici, l’edificio attuale è il risultato di oltre seicentocinquanta anni di interventi che gli hanno conferito il carattere di luogo imprescindibile dell’identità pisana e di assoluto scrigno d’arte. Adesso a questo importante palazzo è dedicato un bel volume edito da Ets e scritto a più mani da Francesca Barsotti, Cristina Cagianelli, Vittoria Camelliti, Elisa Carrara, Claudio Casini, Stefano Renzoni. "Vivere in un edificio come questo – osserva l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto nell’introduzione – signifca davvero ‘abitare la storia’ e nello stesso tempo sperimentare il peso specifico della provvisorietà del nostro abitarci. Nello stesso tempo ciò che abbiamo erdeitato da chi ci ha preceduto è parte di un bagaglio di cultura e di arte che deve essere costantemente difeso e promosso". E non a caso il palazzo apre regolarmente alle visite di appassionati, cultori d’arte e storia e semplici cittadini desiderosi di immergersi in un passato ricco di arte e storia.

Gio.Bert.