
Segretaria provinciale di Si e tra poco mamma: "In Italia la precarietà è spesso donna. Poche tutele per chi ha figli".
"Vivo l’appuntamento con i referendum come una responsabilità, ma anche come una battaglia personale, perché sono un’occasione unica per dire basta alla precarietà strutturale che da decenni condiziona la vita dei giovani. Riguardano tutti, ma parlano soprattutto a noi, alle donne, alle madri. È il momento di rivendicare un futuro dove il lavoro non sia sinonimo di sacrificio, ma di dignità, stabilità, autonomia". Anna Piu, segretaria provinciale di Sinistra italiana, lo dice anche perché lei è una futura madre e giovane donna? "In Italia la precarietà ha un volto preciso ed è spesso femminile. Il tasso di occupazione femminile è fermo al 53,5%, contro il 70,9% degli uomini. Quasi la metà delle nuove assunzioni femminili è part-time, e spesso non per scelta. Ma il dato più drammatico riguarda la maternità: una madre su tre tra i 25 e i 54 anni è fuori dal mercato del lavoro, mentre solo il 4,8% dei padri è nella stessa condizione. Succede perché non esiste un sistema che sostenga davvero la genitorialità: mancano servizi, mancano tutele E soprattutto una cultura che veda nella maternità un valore sociale e non un problema individuale". Accade in politica? "Certo, anche nel mondo della politica le donne e i giovani fanno ancora una fatica enorme a ottenere spazi reali di rappresentanza e leadership. Spesso ci viene chiesto di fare esperienza, di aspettare, o peggio: quando diventi madre, ti dicono che è il momento di fermarti. Io invece penso che oggi, fare politica essendo una giovane futura madre, sia un atto profondamente politico. Non per eroismo, ma perché non dovrebbe essere un’eccezione". Tornando ai referendum cosa direbbe ai suoi coetanei? "Direi che questo referendum ci riguarda profondamente. Perché siamo la generazione più colpita dalla precarietà, dai contratti a tempo, dagli stage non pagati. Cinque sì non risolveranno tutto, ma possono segnare un punto di svolta. Per avere finalmente un lavoro che non ti costringa a scegliere tra indipendenza e famiglia. Tra il presente e un futuro possibile". Gab. Mas.