
L’iniziativa del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere di Unipi "Uscire dalle logiche argomentative e divisive e proporre soluzioni vere". E in Piazza XX Settembre la sinistra radicale: "Subito il disarmo". .
"Proporre una riflessione che esca da logiche argomentative e divisive, che non guardano realmente a soluzioni pacifiche". È questo il fulcro dell’iniziativa "Un fiore per Gaza", nata spontaneamente da un gruppo di docenti, studenti e personale tecnico-amministrativo del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Ieri, in piazza Garibaldi, i docenti hanno "abbellito" la piazza con dei fiori, come "un esercizio di attenzione, un’occasione per riaffermare la necessità di praticare responsabilità etica e pensiero critico anche fuori dalle aule universitarie", hanno spiegato gli organizzatori. L’idea è nata per "provare a commemorare insieme, e supportare con un gesto di cura e memoria, la popolazione civile palestinese, ma anche tutte le popolazioni che vivono in un contesto di violenza strutturata", ha spiegato Caterina Di Pasquale, docente e antropologa culturale dell’Università di Pisa. Un contesto, quello descritto dalla docente, in cui "l’università è sotto attacco da molti fronti" e dove "c’è il desiderio di riprendere la parola senza aver paura delle differenze di opinione". All’iniziativa erano presenti alcuni docenti, tra cui la prorettrice Enza Pellecchia, la delegata per gli studi di genere Renata Pepicelli e altri membri del corpo accademico, oltre ad alcuni rappresentanti degli studenti.
"Un fiore – hanno letto i docenti in piazza – per chi lotta per sopravvivere, per chi aiuta, per chi manifesta, per chi chiede la fine di una violenza quotidiana che è crimine contro l’umanità. Ma anche contro le politiche belliche del governo di Israele, con le popolazioni civili vittime di guerre, insieme a tutte le voci dissidenti e solidali". Quasi in contemporanea, dall’altra parte del fiume, in piazza XX Settembre, alcuni attivisti di Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, Usb e Cambiare Rotta hanno tenuto un presidio per chiedere il disarmo "contro il piano di ReArm Europe e per la chiusura della base Usa di Camp Darby, che mette l’Italia e Pisa come principale obiettivo militare".
Enrico Mattia Del Punta