Una tragedia che sconvolse tutti, e che a distanza di due anni ha lasciato una scia di sgomento e dolore senza fine. E’ la morte di Lorenzo, appena 16 anni, che fu vittima di un investimento nel giugno del 2021 che avvenne attorno alle 18 nei pressi del semaforo di via Matteucci. Alla guida dell’utilitaria che investì il ragazzino c’era il 54enne G.S. Quella tragedia ieri è stata al centro del processo in tribunale a Pisa davanti il giudice per l’udienza preliminare Pisa Susanna Messina. Un processo lampo che si è chiuso con il patteggiamento della pena concordata tra il pm Fabio Pelosi ed il difensore dell’imputato che è stata accolta dal giudice: due anni e sei mesi di reclusione trasformati in lavoro di pubblica utilità. Il giudice ha anche disposto per l’automobilista – difeso dall’avvocato Andrea Cariello – la sospensione della patente di guida per due anni e otto mesi. I familiari del ragazzo nel percorso giudiziario sono assistiti dagli avvocati Petra Comaschi, Alessandro Appiani e Silvia Matteucci.
Lo studente, dopo l’investimento, arrivò al pronto soccorso con un filo di vita. I medici tentarono per 55 minuti di rianimarlo. Ma non ci riuscirono. La botta fu violenta. Terribile. Sul posto per i rilievi di rito e di legge la polizia municipale. Le indagini sono state profonde, capillari ed accusate: decine e decine i testimoni sentiti per ricostruire il fatto e dare alla tragedia il copione che ha portato il caso davanti al giudice. Anche le immagini delle telecamere presenti nell’area interessata dal sinistro furono passate al setaccio. "Non ho avuto il tempo di frenare", furono le prime parole dell’automobilista che venne indagato per omicidio stradale. Secondo quanto venne ricostruito c’era fila a quell’ora al semaforo rosso in direzione centro città. Il conducente del veicolo finito a processo, secondo la ricostruzione, si sarebbe staccato, avrebbe superato gli altri e investì il ragazzo che aveva iniziato ad attraversare. Quella sera maledetta il 16enne – una ragazzo solare, apprezzato e pieno di entusiasmo, – e i compagni sarebbero dovuti andare a un compleanno; si dovevano ritrovare al bar dei frati, alle 18.15, dove c’erano altri genitori che avrebbero dovuto portare i giovani alla festa. Invece tutti si ritrovarono di lì a poco con gli occhi gonfi di lacrime, sbigottiti ed increduli.
Carlo Baroni