Pisa, 15 giugno 2024 - La firma dell'autore della Torre di Pisa, Bonanno Pisano, sarà visitabile nella mostra inaugurata ieri per le celebrazioni per l'850esimo anniversario della Torre di Pisa. L'esposizione "Torre allo specchio. Le molte vite del Campanile del Duomo di Pisa", curata dal professor Stefano Renzoni, non poteva esimersi dall'esporre la matrice in pietra, ritrovata nel 1838, che per anni era stata ritenuta la lastra sepolcrale dello scultore Bonanno Pisano perché riportava la scritta "Bonannus civis Pisanus". Soltanto nel 2019 la professoressa Giulia Ammannati, associata di Paleografia della Scuola Normale Superiore di Pisa, è riuscita a decifrare e ricostruire il testo completo, che era stato redatto in forma poetica. Si tratta infatti di due esametri in latino: mìrificùm qui cèrtus opùs condéns statui ùnum, Pìsanùs civìs Bonànnus nòmine dìcor, ("Io che sicuro ho innalzato, fondandola, un’opera mirabile sopra ogni altra, sono il cittadino pisano chiamato Bonanno").
In realtà, lo scultore era tutt'altro che soddisfatto di quella che oggi è una delle opere più famose del mondo e il motivo è proprio la pendenza della Torre di Pisa, della cui stabilità Bonanno dubitava, come spiega la professoressa Ammannati: "Per tanti anni si credette che il frammento firmato fosse il relitto dell'epigrafe sepolcrale di Bonanno - dice Ammannati -. In realtà studi recenti hanno dimostrato che si trattava della firma che lo scultore aveva pensato di inserire sulla Torre e che Bonanno Pisano non appose mai perché la torre si inclinò molto presto e l'architetto dovette interrompere i lavori. Questo fatto - conclude la professoressa - lo portò alla decisione di non firmare il monumento che ai suoi occhi si era rivelato un fallimento".
La ricerca della professoressa Giulia Ammannati, pubblicata nel libro Menia Mira Vides. Il Duomo di Pisa: le epigrafi, il programma, la facciata (ed. Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa-Roma), conferma anche quanto scritto dal pittore, architetto e storico dell'arte Giorgio Vasari che, nel suo "Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani", il primo libro organico di storia dell'arte che si conosce, attribuiva la fondazione del Campanile di Pisa a Bonanno e a Guglielmo.