di Michele Bufalino
PISA
Parte da Pisa la nazionale paralimpica di scherma, al centro di preparazione di Tirrenia. Simone Vanni, leggenda della disciplina e commissario tecnico della squadra italiana, medaglia d’oro nel torneo di fioretto maschile a squadre ad Atene 2004, parla del centro Coni e del suo lavoro di ct a pochi giorni dalle gare.
Avete fatto ben due ritiri a Tirrenia quest’anno. Vi trovate bene nelle strutture del Coni?
"Specialmente per me, è come stare a casa. Il centro è un’eccellenza con una posizione strategica, vicina al mare. Ciò aiuta molto gli atleti, specialmente nei mesi estivi. è un centro estremamente all’avanguardia con grande attenzione ai dettagli. Per chi fa sport paralimpico è anche senza scale e barriere, l’ideale per allenarsi. Lo frequento da più di 20 anni. Mi allenavo a Tirrenia nel Centro Coni già dal 2001".
Cosa fa la differenza rispetto ad altri centri?
"Avere una foresteria a disposizione è un enorme vantaggio per la logistica. Se ne guadagna anche per il riposo, gli atleti non si devono spostare".
Veniamo invece al gruppo che parteciperà a Parigi.
"Abbiamo qualificato dieci ragazzi e quattro squadre. È un record perché ne qualificammo sette a Rio e otto a Tokyo. Andiamo non solo per partecipare, ma soprattutto per migliorare le precedenti paralimpiadi".
Lei non è il solo pisano nella spedizione.
"No, con me c’è anche Francesco Martinelli che viene dal Pisascherma, tra i commissari tecnici della spedizione e poi c’è il veterano spadista Matteo Betti. Lui è senese, ma tira per il Pisascherma, è un pisano acquisito. Per lui è la quinta olimpiade, ha fatto Londra, Pechino, Rio e Tokyo. Ha 37 anni, poi chissà cosa ci riserverà il futuro. Adesso è concentrato su Parigi".
Non mancherà Bebe Vio, la stella nel firmamento italiano della scherma paralimpica.
"Bebe si è allenata senza distrazioni. Io cerco di allentarle la pressione, ma fa parte del gioco per una manifestazione così importante. Lei però è bravissima a gestirla".
Quali sono i vostri obiettivi minimi?
"Si parte dalle due medaglie di Tokyo e cercheremo anche nelle altre armi di prendere medaglie in tutte e tre le discipline". E Simone Vanni cosa si aspetta dalle ‘sue’ Paralimpiadi?
"Le paralimpiadi non sono degli allenatori o dei commissari tecnici. Io farò un’altra esperienza, ma quelle che ho già fatto mi serviranno per i ragazzi che faranno le gare. Il mio scopo è quello di aiutare gli atleti e trasmettere valori, di metterli nelle migliori condizioni di tirare e fare risultato".