Tari più cara d’Italia: "Fallimento del Comune"

Luigi Sofia (Sinistra unita): "Urgente adottare un sistema di porta a porta". Anche La Città Ecologica attacca: "La colpa? Sono tanti i primati negativi...".

Tari più cara d’Italia: "Fallimento del Comune"

Tari più cara d’Italia: "Fallimento del Comune"

"A Pisa si paga la tari più alta d’Italia per l’incapacità di distinguere la produzione residenziale di rifiuti dalle altre utenze non residenziali, evidenziando una gestione fallimentare da parte del Comune". Così Luigi Sofia, capogruppo di Sinistra unita in consiglio comunale, commenta l’analisi del Servizio Fisco e Previdenza della Uil che ha rivelato per Pisa il poco lusinghiero primato della tariffa più alta d’Italia, con una spesa media di 545 euro per famiglia.

"Per proteggere l’ambiente e contenere i costi - aggiunge Sofia - è urgente adottare un sistema di raccolta porta a porta e una tariffazione puntuale basata sui rifiuti indifferenziati prodotti. Nel 2022, Pisa ha prodotto 756 kg di rifiuti per abitante, superando del 28% la media regionale. La riduzione delle aree servite dalla raccolta porta a porta si è dimostrata inefficace. Per combattere il cambiamento climatico, è necessario ridurre il consumo di plastica e l’uso delle discariche, promuovendo l’energia da fonti rinnovabili. Sinistra Unita per Pisa chiede misure immediate per migliorare la gestione dei rifiuti, coinvolgendo i cittadini e implementando soluzioni sostenibili per ridurre i costi e proteggere l’ambiente".

La tariffa più alta a livello nazionale, secondo l’associazione ambientalista La Città Ecologica, "è da attribuire ad altri primati tutti negativi: una produzione annua di rifiuti enorme, la media di produzione annuale pro capite di rifiuti urbani, che a livello nazionale nel 2022 (ultimo anno con dati certificati) è di 493kg e che a Pisa raggiunge la cifra-monstre di 753kg: una produzione pro capite superata solo da piccoli comuni a vocazione fortemente turistica".

Secondo gli ambientalisti "un altro dato totalmente negativo è il costante calo della raccolta differenziata: 65,1% nel 2022 a fronte del 65,8% del 2021 (dati certificati dall’Agenzia Regionale Recupero Risorse), ma anche nel 2023 e nei primi mesi 2024, secondo i dati di Geofor, e ciò deriva da una gestione sbagliata che ha privilegiato i cassonetti stradali, tra l’altro là dove proprio c’è la maggiore produzione di rifiuto dovuto ad attività commerciali, attività di ristorazione, flussi turistici, alla raccolta porta a porta a piè di fabbricato, che invece è l’unico modo per migliorare la qualità dei materiali raccolti in forma differenziata". Sarebbe interessante, conclude La Citta ecologica, "conoscere la reale composizione merceologica della raccolta differenziata realizzata con i cosiddetti ‘cassonetti intelligenti’ sponsorizzati dalla giunta pisana e installati con costi spropositati, che secondo noi contribuiscono invece a far lievitare i costi".