FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

"Stress da lockdown Mente e corpo in tilt"

Thomas Vezzosi, osteopata e chinesiologo, parla degli acciacchi da pandemia "Le donne tendono a somatizzare molto di più le situazioni di criticità"

di Francesca Bianchi

Stress da covid su corpo e mente. Anche gli osteopati stanno toccando con mano le conseguenze di questo lungo periodo fatto di ansie e preoccupazioni. E non poteva essere altrimenti: "L’osteopatia – spiega Thomas Vezzosi, osteopata e chinesiologo pisano - è una medicina di tipo olistico. Si tratta di un approccio diagnostico e terapeutico che lavora su mente e corpo insieme. E gli effetti dell’esplosione della pandemia sono stati evidenti sin da subito per noi che lavoriamo in questo settore". Non solo è cresciuto il numero complessivo di pazienti ma molti si sono avvicinati ai professionisti dell’osteopatia, per la prima volta nella vita, proprio tra un lockdown e l’altro.

Che cosa sta producendo questa situazione così difficile per tutti?

"Un aumento della tensione psico fisica a cui il corpo reagisce a livello di muscoli. E ancora: mal di testa e disfunzioni a carico degli organi viscerali, dal colon all’intestino"

Chi ne sta soffrendo di più?

"Stiamo parlando di pazienti di ogni età ma possiamo dire che c’è una prevalenza di persone nella fascia che va dai 35 ai 55 anni. Se vogliamo fare una valutazione di genere: più donne che uomini. Le donne tendono, infatti, a somatizzare molto di più le situazioni di criticità".

Come può intervenire l’osteopata?

"Mettendo in atto tecniche di manipolazione delle vertebre e delle articolazioni periferiche. Attraverso mobilizzazioni, lavorando sui tessuti molli (muscoli, tendini, legamenti), sul cranio e sui visceri. Ma è un intervento davvero a 360 gradi. Non a caso ma la prima domanda che poniamo al paziente riguarda sempre il grado di tensione in quell’esatto momento, il periodo che si sta vivendo".

E la risposta più comune in questa fase qual è?

"Tante incertezze, la paura sì del contagio ma anche di contagiare i propri cari. E poi ci sono le preoccupazioni economiche, lo stravolgimento della routine anche lavorativa con lo smart working. C’è l’angoscia di chi si ritrova con un’attività chiusa a causa delle restrizioni e non sa come sostenere le spese. Tutti elementi che influiscono sullo stato di salute mentale e fisico".

La chiusura delle palestre ha portato a qualche conseguenza?

"Certo. Fare allenamento è importantissimo: alza il sistema immunitario ma è anche uno sfogo emotivo, venuto a mancare proprio quando ce ne sarebbe stato più bisogno".

Nel primo lockdown studi e attività si sono fermati. Lei come è riuscito a stare comunque vicino ai suoi pazienti?

"Chiamate e videochiamate. Con consigli sulla postura ed esercizi da fare a casa. I pazienti hanno apprezzato, il contatto non si è mai interrotto. Con l’emergenza sanitaria e le quarantene il trattamento in molti casi è stato altalenante, situazione che non giova certo alla salute".