GIù le mani dalla stazione di Pisa-San Rossore. Contro l’ipotesi di un cambio di nome avanzata dal Comune di Pisa, interviente il l Gruppo Culturale “Ippolito Rosellini”. "Si cancella così la memoria storica della città che, se spiegata a quanti non sanno, assume grande valore educativo: fu questa – spiegano dall’associazione culturale – titolazione legata alla Tenuta Reale di San Rossore frequentata dai Savoia, ogni estate, fin dal tempo di re Vittorio Emanuele II. Alle banchine della Stazione Reale di San Rossore si fermava l’elegantissimo e lussuoso treno reale e la famiglia, con il seguito, proseguiva in carrozza, acclamata dal popolo residente nella zona del viale delle Cascine, tra tutti Maria “la stucchinaia”. Ecco dunque una Stazione che nel nome pubblicizza quel tesoro prezioso che è parte della città e della sua storia: il Parco Regionale, proclamato dall’Unesco riserva Naturale Mab, una delle poche in Italia.
Uno scempio, secondo l’associazione culturale. "Dovrebbe essere impedito di imporre un toponimo, quello di “piazza dei miracoli”, assolutamente fasullo – tuonano ancora –. Il vero, autentico nome è piazza del Duomo, come tale è conosciuta in tutto il mondo, come tale è inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dal 1987. Se poi l’intento è quello di promuovere la piazza nella prospettiva di una lontana ripresa del turismo, non si fa certo un bel servizio alla città visto che la maggior parte dei turisti che viaggia in treno scende alla Stazione Centrale e, nel percorso fino alla piazza, scopre che a Pisa, oltre alla Torre e ai monumenti esiste anche una città, assolutamente poco pubblicizzata, con monumenti, musei e ristoranti.
Stendiamo un velo pietoso sulle condizioni della Stazione ferroviaria Pisa-San Rossore che non offre certo un benvenuto adeguato ai turisti, portatori di soldi, per i quali dovremmo stendere un tappeto rosso se vogliamo far riprendere la nostra economia e non trattarli da greggi di pecore da tosare e spedire via una volta finito il pelo; andate cittadini! andate amministratori, a vedere - quando non c’è lockdown ovviamente - le reali condizioni di una stazione che fu Reale: bande di borseggiatori convengono qui dalla piazza del Duomo, scaricano borse e borsette in spazi verdi che assomigliano alla giungla; abbondano le siringhe, può capitare di vedere disgraziati che defecano e orinano, non c’è personale; di sera il luogo è di una totale e triste desolazione".