Nell’ultima udienza, è stata ascoltata lei, che si è costituita con l’avvocato Isabella Bartoli. Secondo l’accusa, la giovane sarebbe stata violentata per due volte, in occasioni diverse in pieno primo lockdown, dal pusher dal quale acquistava stupefacente. E’ stata lei stessa a raccontarlo in aula davanti al primo collegio (Bufardeci presidente, a latere Mirani e Messina). "Quel giorno di marzo sono stata a casa sua, nella zona di Pisanova, ho preso la marijuana, ho pagato, poi mi sono fermata a scambiare quattro chiacchiere. Eravamo seduti al tavolo. Lui a un certo punto ha messo la musica e mi ha chiesto di ballare. Poi mi ha preso e trattenuto con una mano giù facendo forza sul pavimento, mi stringeva entrambi i polsi. Ho provato a divincolarmi". Sia la difesa del giovane, l’avvocato Sara Baldini, che i giudici entrano nel dettaglio chiedendo di descrivere la scena. "Mi ha tolto i pantaloni rovesciandoli. Ero paralizzata, tremavo. Dopo sono andata in bagno a fumare una sigaretta. ‘Perché mi hai fatto questo?’, gli ho chiesto. Lui mi ha risposto ‘sarebbe bellissimo vivere insieme e avere un figlio’. Sono andata via e ho bloccato le telefonate e whatsapp. Poi l’ho ricercato". Perché?, domanda la pm Flavia Alemi. "Avevo bisogno di parlargli perché avevo paura che mi seguisse". "Quella volta mi ha spinta sul letto, io cercavo di alzarmi ma venivo buttata giù". Lui si difende dicendo che è stata lei a cercarlo e che non è stata mai costretta, anzi. Ieri mattina è stato nominato un consulente che dovrà analizzare i messaggi sul telefonino della ragazza: quale il contenuto e da quale cellulare sono stati inviati? Prossima udienza il 9 aprile.
Antonia Casini