"Solidarietà a Cospito" Due piazze senza tensione

Presidi pacifici in Largo Ciro Menotti e sotto le logge di Banchi, vigilati con discrezione dalle forze dell’ordine. Ma l’allerta in città rimane alta

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Presidi sorvegliati, ma pacifici quelli svoltisi ieri nel centro cittadino per esprimere solidarietà ad Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Opera dopo il suo aggravamento delle condizioni di salute in seguito a un prolungato sciopero della fame che ava avanti di circa quattro mesi proprio per protestare contro il regime detentivo applicato nei suoi confronti. Ma in città l’allerta resta comunque alta. Nel corso dei presidi, promossi da Potere al popolo e da un variegato fronte di sigle legate all’antagonismo cittadino, è stata ribadita "la solidarietà a Cospito che sta subendo da lungo tempo un’autentica tortura per mano dello Stato: il 41 bis è un istituto giuridico superato, che deve essere abolito e sostituito con l’applicazione di altri istituti giuridici esistenti che non ledono la dignità delle persone". Secondo Kevin Speranza, uno degli attivisti che hanno preso parte all’iniziativa in largo Ciro Menotti, "il 41bis è inaccettabile e non solo non deve essere applicato nei confronti di Alfredo, ma anche verso i mafiosi perché costringe a condizioni detentive inumane attraverso un isolamento dei reclusi in celle di pochi metri quadri, limitazioni all’ora d’aria, sorveglianza continua col progressivo annientamento della persona".

Anche Mauro Solida di Potere al Popolo, impegnato insieme ad altri esponenti del suo partito in un presidio in piazza XX settembre, è convinto "che il 41 bis sia ormai uno strumento superato: non sono più i tempi di Falcone, inoltre la vicenda Cospito dimostra che lo Stato ha nei suoi confronti un atteggiamento di vendetta". "Alfredo - ha concluso – sta lottando legittimamente contro un accanimento giudiziario nei suoi confronti che nulla ha a che fare con la giustizia e lo fa utilizzando l’ultimo strumento che gli resta: il proprio corpo e la propria vita. Siamo per una lotta vera alla borghesia mafiosa, a cui va strappato terreno nella società, e fa ridere che una maggioranza di centrodestra, all’interno della quale vi sono numerosi casi di persone indagate e condannate per mafia, provi a utilizzare la lotta alla mafia per costruire un teorema volto a delegittimare la giusta lotta di Alfredo".

Gab. Mas.