REDAZIONE PISA

Soldi spariti dalle casse comunali Due educatrici assolte in Appello

Si tratta di Novi e Morescalchi finite nelle indagini e a processo per il caso del funzionario Romei. Ieri la sentenza a Firenze

CASCINA

Il giudizio in Corte d’Appello ribalta in toto la sentenza di primo grado con cui era stata inflitta la pena di tre anni di reclusione a Chiara Novi, di Cascina, legale rappresentante della cooperativa Trilly, accusata di peculato in concorso, e Rossana Carla Morescalchi, di Viareggio ma residente a Cascina, legale rappresentante dell’associazione Telefono Tata che era finita a processo con l’accusa di truffa e peculato in concorso. Si erano sempre procalamte innocenti. La corte fiorentina le ha mandate assolte per non aver commesso il fatto.

I difensori delle imputate, l’avvocato Rolando Rossi (per Morescalchi) e Bruno Pucci (per Novi) avevano incentrato l’appello sulla mancanza dell’elemento psicologico del reato. La vicenda è quella delle educatrici rimaste coinvolte nell’inchiesta dei soldi spariti dalle casse del Comune con la scusa di finanziare progetti per i disabili o le rette degli asili. Una vicenda che vedeva Alberto Romei, in qualità di responsabile dell’unità operativa complessa "Diritto allo studio, nidi e progettazione esecutiva" del Comune, perno della vicenda. A portare le educatrici nell’aula penale, un impianto accusatorio secondo il quale, Romei – condannato in via definitiva a 3 anni e 8 mesi di reclusione – aveva coinvolto Novi e Morescalchi in un sistema: lui aveva istruito le convenzioni dei nidi privati e liquidato i contributi per il rimborso delle rette sui posti assegnati in convenzione.

Le liquidazioni sarebbero state superiori al dovuto per farsi restituire l’erogato in eccesso a fronte di documentazione che esibiva. Le difese di Novi e Morescalchi avevano sempre sostenuto, anche a fronte di quanto emerso dalle indagini e dalla prima istruttoria, la non consapevolezza delle educatrici del sistema messo in piedi dal funzionario sul quale, per le capacità e la reputazione di cui godeva, non destava sospetti. Romei stesso aveva detto che le educatrici non sarebbero state conoscenza del fatto che il denaro da loro restituito non veniva reimmesso nei servizi comunali. Una serie di conti che non tornavano innescò nel 2017 la richiesta di approfondimenti degli amministratori e scattò l’indagine.

Carlo Baroni