
Potere al Popolo al Galilei: "Da qui si fomentano i conflitti di mezzo mondo". Movimento No Base e Libera: "Il nostro 2 giugno? Stop all’escalation bellica".
"Tre anni fa i lavoratori Usb dell’aeroporto Galilei bloccarono un carico di armi che doveva alimentare la guerra in Ucraina. La stessa cosa la hanno fatta i portuali di Genova e Livorno. Basta con una Toscana militarizzata, basta Pisa nello scacchiere di sangue e distruzione". Lo dice al megafono Cinzia delle Usb Pisa che assieme a Potere al Popolo ha organizzato una manifestazione regionale che ha avuto due presidi simbolici: l’aeroporto Galilei e poi quello militare.
Da Potere al Popolo, sempre nell’area partenze del Galilei, si dichiara: "La Toscana e Pisa sono militarizzate, si alimenta e si fomenta dalla nostra Regione e città le guerre in mezzo mondo. Camp Darby, l’aeroporto militare, le università, la nascitura caserma parlano descrivono una regione favorevole al riarmo, favorevole a portare miseria e lutto invece di sostenere lo sviluppo, il lavoro i salari". In una nota distribuita al corteo si legge: "La Toscana si sta sempre più trasformando in una zona strategica per alimentare le guerre, attraverso lo sviluppo di un’industria militare che conta 107 aziende attive, dai piccoli fabbricanti di munizioni. A sostenere, proteggere e finanziare questo reticolo di morte tutti i soggetti che compongono il partito trasversale della guerra, da chi governa la Regione e le altre amministrazioni locali".
In contemporanea andava in scena un’altra manifestazione anti militarista del Movimento no base e Libera, che si è conclusa a San Piero a Grado dove dovrebbe sorgere la nuova mega caserma: "Il nostro 2 giugno è, come ogni anno, caratterizzato dalla mobilitazione per la pace, contro la guerra e la militarizzazione, dalla necessità di agire e scendere in piazza per dire no alla nuova base militare, alla devastazione ambientale, all’escalation bellica che sempre più stringe società, popoli e territori nella sua morsa: per questo saremo a due importanti manifestazioni, in cui porteremo gli obiettivi e la voce di chi non vuole una ennesima base militare. Il Parco di San Rossore è minacciato dal cemento armato della guerra e dalla segretezza di chi tiene i piani del progetto nascosti: ancora una volta ribadiremo l’importanza della trasparenza, di un’ispezione dell’area e di continuare a condividere lo spazio dei Tre Pini come presidio di Pace e alternativa alla guerra verso l’estate No Base".
Carlo Venturini