"I figli delle famiglie che si rivolgono oggi alla Caritas rischiano di essere i nuovi poveri di domani". E’ l’allarme lanciato da don Emanuele Morelli, presidente della Caritas di Pisa, all’indomani della pubblicazione del rapporto povertà 2024 della Regione Toscana, che ha registrato un aumento dei poveri rispetto a un anno fa. Secondo don Morelli, "la vera sfida della Caritas sta nel cogliere la complessità dei bisogni e vedere cosa si annida dietro le domande di aiuto, soprattutto quando ci sono di mezzo minori".
Cosa intende?
"Nella nostra diocesi stiamo lavorando molto su questo fronte, combattendo la povertà scolastica e relazionale e cercando di offrire nuove risorse e opportunità ai figli delle famiglie che si trovano oggi in condizioni economiche difficili. Altrimenti il rischio è che diventino i nuovi poveri di domani".
In generale com’è la situazione in provincia?
"L’impressione generale è che l’onda lunga della crisi pandemica non si sia ancora arrestata e che ad essa si sommino le conseguenze della riforma del reddito di cittadinanza, che ha impoverito ancora di più una fetta di popolazione già povera. Va peraltro sottolineato che la nostra indagine fornisce sicuramente uno spaccato interessante della situazione di povertà, ma non ne restituisce una visione complessiva".
In che senso?
"Le nostre indagini si basano sulle persone reali intercettate dai nostri spazi di ascolto, non su campioni. Per cui, la fotografia che ne emerge non può essere considerata rappresentativa della situazione di povertà nella sua totalità, perché ci sono persone che sono seguite dai servizi sociali o dal terzo settore".
Quali sono le richieste più frequenti?
"Si va da situazioni di grave marginalità, quindi con richiesta di servizi essenziali come mangiare o dormire, alla cosiddetta ‘fascia grigia’, in cui rientrano persone che chiedono più che altro sostegno alimentare e un aiuto economico per l’integrazione delle bollette".
’Oltre. Sguardi di futuro’, si chiama così il rapporto povertà 2024. Può spiegarci il significato?
"L’invito che facciamo alla popolazione è di aprire gli occhi e non fermarsi a un mondo che non è reale. Il peggior male dei nostri tempi è l’indifferenza: una società è civile nel momento in cui non nega lo sguardo, ma ha il coraggio di cogliere la complessità".
Non tutti sono, però, indifferenti. Ne sono una dimostrazione i vostri volontari.
"E’ vero, anche se veniamo da un periodo in cui c’è stata una grande carenza di volontari per vie delle misure restrittive legate alla pandemia. Ad oggi, su questo fronte ci sono però segnali positivi e, anche se non siamo tornati ai numeri precovid, si è riattivato un circolo virtuoso con nuovi volontari, giovani e motivati".
Stefania Tavella