Scieri, udienza preliminare a Roma

Il gup militare dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei tre caporali Andrea Antico, Alessandro Panella e Luigi Zabara

Emanuele Scieri

Emanuele Scieri

Pisa, 16 luglio 2020 - Si apre domani a Roma, davanti al tribunale militare, l'udienza preliminare del processo sulla morte dell'allievo parà Emanuele Scieri, avvenuta nella caserma 'Gamerra' di Pisa il 16 agosto 1999. Il gup militare Francesca Frattarolo dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal pg militare Marco De Paolis e dal sostituto pg Giorgio Giustiniani, nei confronti di Andrea Antico, Alessandro Panella e Luigi Zabara (solo il primo e' ancora in servizio nell'Esercito) che, all'epoca dei fatti, rivestivano il ruolo di caporali nella caserma pisana. L'ipotesi di reato formulata nei confronti di tutti e tre dalla procura generale militare di Roma è quella di concorso in "violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato", in base a quanto previsto dall'articolo 195 del codice penale miitare di pace. Nell'udienza di domani si costituira' parte civile, oltre ai familiari di Scieri, il ministero della Difesa, attraverso l'Avvocatura dello Stato, dopo l'autorizzazione arrivata dalla presidenza del Consiglio dei ministri. 

Il gup dovrà pronunciarsi sia sulle costituzioni di parte civile, sia su eventuali istanze di riti alternativi che, in quella sede, possono essere avanzate dai difensori degli imputati. Difficile, dunque, allo stato prevedere quali saranno i tempi della decisione del gup sulle richieste di rinvio a giudizio. A rappresentare domani la pubblica accusa sara' la procura generale militare, con il sostituto pg Giustiniani, poiché le indagini erano state avocate dal procuratore generale De Paolis nello scorso autunno. Sulla morte di Scieri ha indagato anche la procura di Pisa, che ha chiuso l'inchiesta - con 5 indagati - nel gennaio scorso: ancora si attende la fissazione dell'udienza preliminare. Scieri, è  la ricostruzione dei fatti da parte della procura generale militare di Roma come si legge nell'atto di conclusione indagini, venne obbligato a eseguire prima numerose flessioni e poi un esercizio di arrampicata, il tutto sotto i colpi dei tre indagati e, caduto a terra da un'altezza "non inferiore a 5 metri", fu lasciato agonizzante senza alcun soccorso, mentre "il tempestivo intervento del personale di Sanita' militare", che fu "precluso" dai tre indagati, "avrebbe, invece, potuto evitare" la morte dell'allievo para'.