
Immagine di repertorio
Pisa, 4 settembre 2025 – Nuova stagione di misure prevista nelle Dolomiti Venete al confine con il Trentino per il progetto “LoRa Snow”, che mira a sviluppare una tecnologia wireless per il salvataggio dei dispersi in valanga. Obiettivo finale del progetto, portato avanti dal Wireless Networks Lab dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione “A. Faedo” di Pisa (Cnr-Isti) in collaborazione con il servizio ReMoTe dell’Area della ricerca del Cnr di Pisa ed il Pervasive Electromagnetic Lab dell’Università di Roma Tor Vergata, è quello di studiare l’efficacia di alcune tecnologie wireless da impiegare per la ricerca e soccorso e quello di realizzare un prototipo portatile a bassi consumi, integrabile su droni, che consenta alle squadre di soccorso di individuare, in tempi rapidi e da grande distanza, persone sepolte da valanghe.
“La sperimentazione si basa sulla combinazione di due tecnologie già esistenti” spiega Michele Girolami, ricercatore del Cnr-Isti e coordinatore del progetto. “La prima è associata alla tecnologia Artva (Apparecchio di ricerca dei travolti in valanga), dispositivo obbligatorio assieme alla pala e sonda per chi pratica sci-alpinismo, sci fuoripista anche mediante uso di racchette da neve in condizioni di pericolo valanghe. L’Artva emette un segnale radio del raggio di qualche decina di metri che fornisce una stima della distanza della persona che lo indossa. La seconda è la tecnologia LoRa, che permette la trasmissione di segnali radio che possono arrivare anche a centinaia di metri. Il nostro intento è quello di combinarle al fine di utilizzare due tecnologie assieme, mettendo le squadre di soccorso nelle condizioni di poter stabilire un primo contatto radio con il disperso a distanze molto maggiori di quelle attualmente consentite, facilitando così le fasi di localizzazione e di disseppellimento”.
La tempestività è fondamentale: “Nei primi 15 minuti si hanno grandi possibilità di trovare in vita una persona sepolta sotto la neve, ma tale probabilità cala in modo molto rapido nei momenti successivi, poiché la sacca d’aria a disposizione del sepolto diminuisce con rapidità. È quindi cruciale abbattere le tempistiche di localizzazione” aggiunge Girolami. “Il ritrovamento in ambiente valanghivo è particolarmente ostico perché la propagazione di un segnale radio emesso dal dispositivo di localizzazione, deve attraversare strati di neve di varie tipologie talvolta anche di diversi metri di spessore. Una tecnologia in grado di estendere la distanza di ricezione del segnale di richiesta di soccorso aumenterebbe notevolmente le probabilità di salvataggio”.
L’ultima stagione di misure del progetto LoRa Snow, condotta la scorsa primavera presso la località Col de Mez (Trento), ha fornito alcune basi teoriche e sperimentali per tre scenari applicativi: lo studio della radiopropagazione del segnale per analizzare gli effetti della profondità di seppellimento e del tipo di neve; studi operativi, con simulazioni di ricerca in scenari reali; infine, test con l’uso di droni, usati come vettore per trasportare lo strumento di localizzazione. I risultati di questa fase hanno fornito un set di dati utile alla valutazione del funzionamento della tecnologia LoRa in diverse condizioni climatiche, nivologiche ed ambientali; in parallelo, sono stati sviluppati alcuni algoritmi di localizzazione, in forma di componenti software, che saranno utilizzati nei prossimi mesi per dare istruzioni al sistema.