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Pisa, 13 giugno 2025 – C’è anche l’Aoup con Fabio Guarracino - direttore dell’Unità operativa di Anestesia e rianimazione cardiotoracovascolare dell’Aoup, nella veste di principal investigator locale, ed i suoi collaboratori, nello studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine (NEJM) che, per la prima volta, ha messo in discussione l'efficacia di una tecnica finora considerata utile nel ridurre il ricorso a trasfusioni di sangue allogenico in pazienti adulti sottoposti a chirurgia cardiaca con bypass cardiopolmonare: l’emodiluizione normovolemica acuta, nota anche come ANH.
Questa procedura consiste nel prelevare sotto stretto monitoraggio, poco prima dell’intervento, una parte del sangue del paziente e sostituirla temporaneamente con soluzioni liquide, in modo da mantenere costante il volume di sangue in circolo. L’idea alla base della tecnica è che, rendendo il sangue più “diluito”, le eventuali perdite durante l’intervento comportino una minore perdita effettiva di globuli rossi. Il sangue prelevato rappresenta poi una importante riserva da restituire al paziente dopo l’intervento.
Ma i risultati della ricerca, pubblicati sulla prestigiosa rivista The New England Journal of Medicine, evidenziano come l'ANH non diminuisca il numero di pazienti che necessitano di trasfusioni durante il ricovero ospedaliero e non influenzi significativamente il rischio di complicanze emorragiche o ischemiche. Nel contesto attuale, in cui la sostenibilità del sistema sanitario è un tema cruciale, la riduzione delle trasfusioni non è solo una questione clinica, ma anche economica.
Lo studio, finanziato dal Ministero della Salute italiano (grant RF-2018-12366749), è stato coordinato dall’Irccs San Raffaele di Milano. La ricerca ha coinvolto 2.010 pazienti, provenienti da 32 centri in 11 Paesi, assegnati in modo casuale a ricevere o meno l’ANH durante chirurgia cardiaca, subito prima del bypass cardiopolmonare.
I risultati hanno mostrato che non vi è stata alcuna differenza significativa nel numero di pazienti che hanno ricevuto almeno una trasfusione di sangue allogenico: il 27.3% nel gruppo ANH rispetto al 29.2% nel gruppo di controllo, una differenza troppo piccola per essere considerata rilevante dal punto di vista clinico o statistico. Anche sul fronte della sicurezza non sono state riscontrate differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la mortalità a 30 giorni, le complicanze ischemiche o i danni renali acuti. Inoltre, l’ANH non è apparsa modificare il rischio di re-intervento chirurgico per sanguinamento: nel gruppo trattato con ANH si è osservata un’incidenza del 3,9% di reinterventi chirurgici contro il 2,7% osservata nel gruppo controllo.
Grazie alle sue dimensioni e al disegno multicentrico e randomizzato, lo studio offre l’analisi più completa sull'efficacia dell'emodiluizione normovolemica acuta in cardiochirurgia ad oggi disponibile. Contrariamente a quanto suggerito da precedenti studi di portata limitata, questo trial di grandi dimensioni ha consentito ai ricercatori di concludere che l'emodiluizione normovolemica acuta non riduce la necessità di trasfusioni di sangue allogenico e non sembra migliorare gli esiti clinici. Tali risultati potranno avere impatto sulle future linee guida, dimostrando che la pratica clinica deve basarsi su evidenze solide.
“È grande la soddisfazione di aver dato il nostro contributo, arruolando molti pazienti, ad uno studio così importante nella gestione trasfusionale del paziente cardochirurgico - dice Fabio Guarracino - Desidero perciò ringraziare i miei collaboratori e sottolinearne l’impegno che da anni profondono anche nella ricerca clinica, nonostante siano estremamente impegnati nell’attività assistenziale. Risultati come questi appena pubblicati rappresentano una motivazione forte a studiare approcci e terapie per migliorare la cura dei pazienti, e a continuare con impegno negli altri studi che abbiamo in corso nell’Unità operativa di Anestesia e rianimazione cardiotoracovascolare dell’Aoup”.
“A questa importante attività di ricerca contribuiscono anche Michela Villano, data manager della struttura, con il suo prezioso e insostituibile supporto, e le strutture istituzionali come il Clinical Trial Center di Aoup, il cui puntuale scrutinio è garanzia del rispetto delle normative e delle Good Clinical Practices, e il Comitato etico della Regione Toscana Area vasta nord-ovest, la cui attività di valutazione degli aspetti etici e scientifici della ricerca garantisce la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere delle persone coinvolte, dando grande sicurezza e tranquillità anche a noi professionisti”.
Questo studio apre la strada ad altre linee di ricerca sulle strategie di risparmio di sangue nei pazienti che necessitano di intervento cardiochirurgico, ma anche in pazienti candidati ad altri tipi di chirurgia maggiore ad alto rischio di sanguinamento.