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"Resistenza: patrimonio di tutti" Eventi in Sapienza tra storia e attualità

La rassegna dell’università di Pisa. "Pertini e Matteotti, due fari per i giovani": Intervista al professor Caretti

"Resistenza: patrimonio di tutti"  Eventi in Sapienza tra storia e attualità

"Resistenza: patrimonio di tutti" Eventi in Sapienza tra storia e attualità

I valori della Resistenza come guida per il presente. ‘Faro’ per le nuove generazioni. Palazzo della Sapienza è pronto ad accogliere "25 aprile. Una data, la nostra storia", momento di riflessione aperto alla cittadinanza e al mondo della scuola, organizzato dal Cidic-Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura dell’Università di Pisa. Mostre, approfondimenti, dibattiti (da oggi fino al 27, con il clou in Aula Magna Nuova domani dalle 15) tra cui un posto di primo piano sarà dato a due figure chiave: Sandro Pertini, a cui sarà dedicata una delle aule multimediali (con il film-ricordo “Mi mancherai”), e Giacomo Matteotti, di cui è appena uscito – per Pisa University Press - il ‘ritratto’ (dell’uomo e del politico) curato dal professor Stefano Caretti, docente di Storia contemporanea e autore di numerosi saggi.

Professor Caretti, il 25 aprile rappresenta uno spartiacque per il nostro Paese ma è anche una data divisiva, non condivisa. Quali sono i motivi?

"Un tema che ci accompagna, ieri come oggi. Era una delle preoccupazioni dello stesso Sandro Pertini all’indomani delle elezioni del’48. La ‘vaghezza’ sulle ‘efferate sevizie’ presenti nell’amnistia Togliatti, i processi ai partigiani, il monopolio sulla Resistenza da parte di comunisti e azionisti, la frammentazione delle formazioni partigiane: tutto ciò non ha permesso una lettura della Resistenza come secondo risorgimento. Ancor oggi fatichiamo a vederla come un patrimonio politico e morale al quale tutti hanno contribuito".

Pertini e Matteotti: c’è un filo rosso che li lega?

"Pertini fa parte di quella generazione che è stata profondamente segnata dal delitto Matteotti. Lui sta conseguendo la seconda laurea all’Alfieri di Firenze e alla notizia del sequestro decide di iscriversi al partito socialista unitario. Fa una scelta di campo. Matteotti fu esempio e simbolo sul piano internazionale. E proprio questo essere ‘simbolo’ ha lasciato in ombra la ricchezza della sua figura, di uomo, politico e studioso. È da questo ritardo della storiografia che sono nati prima il cofanetto in 5 tomi, uscito sempre per Pisa University Press e, adesso, il racconto per immagini (circa 400) che ricostruisce in toto la vicenda di Giacomo Matteotti".

Perché è importante far conoscere queste due figure ai giovani?

"Presentando ‘Mi mancherai’ nelle scuole la reazione dei ragazzi ci ha fatto capire quanto pesi, tra le nuove generazioni, l’assenza di punti di riferimento. ‘Noi non abbiamo una figura che ci guidi’, sono le loro parole. Il distacco dalla politica, il disagio hanno queste radici… Pertini e Matteotti possono e devono ‘uscire’ dalla mera toponomastica: hanno molto da dire ai giovani. E non solo. Come ha scritto Pertini: ‘Matteotti è stato un mito fondativo dell’Italia repubblicana. La sua memoria ricorda alle giovani generazioni che nessuna conquista di libertà e democrazia è per sempre".