
Un macchinario per la dialisi
"La situazione dei reparti di Aoup è sempre più insostenibile se non si faranno nuove assunzioni. Le mancanze costringono il personale a gravosi carichi di lavoro e i pazienti non si sentono curati adeguatamente. La nuova direzione intervenga". Il comitato Dializzati e il sindacato Cobas Sanità lanciano l’allarme per le carenze di personale medico e infermieristico nell’unità operatica di Nefrologia dell’azienda ospedaliero universitaria pisana (Aoup). In una nota, indirizzata alla direzione generale, le associazioni chiedono "che venga al più presto ripristinato l’organico dei medici e degli infermieri nell’Unità operativa. affinché tutte le attività assistenziali siano svolte in piena sicurezza per i pazienti e per i professionisti", situazione "inattuabile" al momento a causa delle carenze. "Il numero dei medici negli ultimi anni - si legge - è progressivamente diminuito da 20 a sole 8 unità, perché non c’è mai stata una sostituzione dei pensionamenti. Questi otto medici dovrebbero prestare i loro servizi in tutta l’Unità operativa che comprende la degenza ordinaria, la emodialisi (37 posti occupati sia la mattina che il pomeriggio), dialisi peritoneale e visite ambulatoriali. Questa situazione - continua la nota - è a dir poco insostenibile e inaccettabile, oltre a costringere il personale presente a gravosi carichi di lavoro, mette in serio pericolo la salute dei pazienti e limita notevolmente il servizio per i cittadini. Nonostante tutto l’impegno che i medici presenti mettono in atto, i pazienti non si sentono curati adeguatamente, e temono per la loro salute e per il normale prosieguo delle proprie cure". Le carenze non riguardano però solo i medici, anche gli infermieri dei reparti non se la passano bene. "Sono presenti attualmente - scrivono Cobas Sanità e Dializzati - 32 infermieri, mai avvicendati dopo pensionamenti e trasferimenti, anch’essi distribuiti in tutta l’Unità operativa. Come i medici, anche loro devono sostenere ore aggiuntive, rimanendo operativi anche per dodici ore consecutive: per legge un infermiere deve operare su tre sedute dialitiche, per tutta questa estate, e anche adesso ci sono casi che un infermiere deve seguire quattro sedute dialitiche contemporaneamente, con disagi per l’operatore e per i pazienti". Per questa ragione le associazioni proporranno alla nuova direttrice generale Katia Belvedere, "una nostra ipotesi di un fabbisogno strettamente sufficiente che terrà conto dei carichi di lavoro, dei ricoveri pesanti, del rispetto della legge 161/2014, che riporterebbe l’organico dei medici e degli infermieri a un livello di sicurezza nel rispetto delle normative vigenti da applicare a Nefrologia". Mar.Fer.