"Raggirò magistrato per anni" . La ex, condannata, ora si appella

Impugnata la sentenza di un anno e sei mesi, più 120mila euro di provvisionale. "Era consenziente"

"Raggirò magistrato per anni" . La ex, condannata, ora si appella

"Raggirò magistrato per anni" . La ex, condannata, ora si appella

Antonia Casini

Era stata condannata a un anno e sei mesi e 120mila euro di provvisionale. Ora il caso arriverà in secondo grado. Professionista accusata di appropriazione indebita e circonvenzione di incapace verso un noto magistrato ora malato: dopo aver letto le motivazioni della sentenza uscita a novembre, la difesa ha impugnato il verdetto presentando appello. Il pubblico ministero aveva chiesto 3 anni e 6 mesi, la contrparte l’assoluzione della donna.

L’accusa: tra il 2015 e il 2018 sarebbero sparite centinaia di migliaia di euro e sarebbe stato prosciugato un conto corrente. L’inchiesta era stata coordinata dalla sostituta procuratrice Lydia Pagnini: la professionista legata sentimentalmente (a Pisa) per anni all’uomo era stata rinviata a giudizio. Poi, sei anni fa, la moglie dell’uomo e i figli, che vivono altrove, durante una visita si sarebbero accorti che le condizioni del parente erano peggiorate. E avrebbero constatato, tramite estratti, che il suo conto in banca era stato in pratica azzerato con uscite per centinaia di migliaia di euro, compresa una parte consistente della liquidazione. Le indagini sono state affidate alla finanza. Per l’accusa, la 60enne, difesa dall’avvocato Stefania Mezzetti, avrebbe approfittato della fragilità del compagno per appropriarsi di una grossa somma di denaro tramite bonifici e aprendo anche un conto cointestato poi sequestrato.

La donna ha ribadito, durante il processo, un’altra versione. La direttrice della banca - aveva sottolineato l’avvocato Mezzetti – ha riferito che il magistrato era presente alle operazioni e si recava in istituto anche da solo, i tecnici di parte, inoltre, hanno affermato che non si può dire che l’uomo fosse in condizione di incapacità, tanto che ha continuato anche la sua attività di magistrato portando avanti lavori importanti. L’uomo per la sua assistita, quindi, era consenziente e consapevole, mentre adesso, come già emerso durante l’incidente probatorio, non sarebbe capace di testimoniare. La famiglia del magistrato è tutelata dal penalista Stefano Del Corso e dal collega Rodolfo D’Ascoli.