LUCA BONGIANNI SONO 20 I NUOVI
Cronaca

"Qui 40 posti per decongestionare gli ospedali"

Giani, presidente della Regione, in visita al nuovo centro di cure intermedie Covid. "Accoglieremo chi non può curarsi a casa"

di Luca Bongianni

Sono 20 i nuovi posti letti aperti nella struttura di cure intermedie Covid di via Don Falaschi a Bientina. Di questi 20 una quindicina sono attualmente occupati da pazienti positivi ma presto ne verranno messi a disposizione altri 20 per un totale di 40 posti letti dedicati a quei pazienti non autosufficienti che hanno contratto il Covid-19 e che, avendo già altre patologie, non possono curarsi a casa ma nemmeno sono così gravi da occupare letti in ospedale. Ieri mattina il presidente della Regione Toscana, insieme all’assessore regionale Alessandra Nardini e al consigliere regionale Andrea Pieroni, oltre al sindaco di Bientina Dario Carmassi, hanno incontrato i responsabili della struttura. "Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria senza precedenti e il nostro sforzo in questi giorni è duplice, c’è da combattere questa emergenza sanitaria e allo stesso tempo gestire la tenuta sociale del territorio – ha detto il governatore Giani –. L’andamento dei contagi è preoccupante ma al momento le strutture socio-sanitarie toscane stanno tenendo sotto controllo gli accessi; non sono ancora in affanno e questo grazie al personale sanitario che sta lavorando con grande professionalità e motivazione. La curva dei contagi ci impone di pensare non solo al breve periodo ma anche a medio termine ecco perché è fondamentale l’apertura di nuovi posti letto non solo negli ospedali ma anche sul territorio". Una necessità ribadita da Maria Letizia Casani, direttore generale della Asl Toscana Nord Ovest.

"In questo momento è fondamentale decongestionare gli ospedali e creare nuovi posti letto, questa struttura permetterà la degenza di 40 pazienti i quali non possono curarsi a casa da soli ma che non sono così gravi da richiedere le cure ospedaliere – ha detto Casani –. Come Asl stiamo lavorando anche per rendere più funzionale il tracciamento curato dal dipartimento di prevenzione che in questi ultimi giorni sta facendo fatica a rintracciare i contatti avuti da un positivo, abbiamo assunto 79 medici in più e dovremo arrivare a 120". Questo edificio era stato in origine costruito per diventare una Rsa ma di fatto non è stato mai occupato. L’arrivo della pandemia ha poi reso necessaria la conversione della destinazione di questo edificio e dalla scorsa settimana le porte si sono aperti a medici, infermieri e ai primi pazienti, i primi sono arrivati venerdì scorso.

"In questa struttura ci sono 20 camere doppie attrezzate con servizi igienici e impianti di ossigeno – ha spiegato il dottor Renzo Maestrini, responsabile delle cure primarie della Valdera e responsabile delle cure intermedie in questo edificio –. Gli infermieri sono presenti 24 ore al giorno, i tre medici, al momento, dalle ore 8 alle 20, ma l’intenzione è quella di estendere l’orario anche alla notte. Accedono alla struttura i pazienti positivi non autosufficienti provenienti dal territorio o in uscita dall’ospedale, quando il loro quadro clinico si è stabilizzato. L’Acot gestisce gli accessi. Le cure, nella maggioranza dei casi, riguardo soprattutto le insufficienze respiratorie".