
È una donna e una nota e amata docente universitaria in pensione, Maria Luisa Ceccarelli Lemut, la nuova presidentessa degli Amici di Pisa, l’associazione nata nel 1959 per promuovere e far conoscere la storia cittadina e far da pungolo alle istituzioni su temi di stretta attualità che riguardano il presente e il futuro di Pisa. Oltre a Maria Luisa Ceccarelli Lemut, per molti anni professore ordinario all’Università di Pisa di Esegesi delle fonti storiche medievali e di Storia della Chiesa medievale, il direttivo degli Amici di Pisa risulta così composto: Alessandro Bigagli, Federico Bonucci, Gianni Conzadori, Banduccio Fabiani, Francesco Guglielmi, Simone Lo Monaco, Italo Monsellato, Mario Peccatori, Roberto Sbrana, Simone Guidotti; per il Collegio dei Sindaci Revisori Roberto Ferraro, Dario Rollo e Franca Sabbatini; per il Collegio dei Probiviri Nicola Beltrami, Franco Ferraro, Alberto Zampieri.
Professoressa, si può dire che lei è una ‘amica’ di Pisa da decenni?
"Diciamo di sì, visto che appena nacque l’associazione i miei genitori mi iscrissero e poi sono stata anche nominata socia onoraria. Negli ultimi anni ho fatto parte del consiglio direttivo come vicepresidente e adesso è arrivata questa ‘promozione’".
Su cosa punterà in questi tre anni di mandato?
"Certamente a mantenere inalterate due delle cifre nel Dna degli Amici, cioè l’attenzione alle vicende della città e l’aspetto culturale".
Cosa pensa del primo aspetto?
"Penso che la nostra associazione, apolitica e apartitica, ha sempre avuto, e debba mantenerlo, il ruolo di insistere e far da stimolo con le istituzioni per risolvere alcuni problemi, per esempio quelli relativi alla viabilità, all’aeroporto, ai collegamenti ferroviari. Non è possibile che, nel 2021, Pisa e insieme a lei anche la costa risultino slegate dal centro della Regione. Di collegamento veloce Pisa-Firenze ne parliamo da decenni ma nessuno lo ha mai fatto, anzi, semmai è successo il contrario, è stato depotenziato. Per non parlare della linea ferroviaria e stradale tirrenica".
E sul fronte culturale?
"Continueremo, Covid permettendo, con due appuntamenti mensili con i personaggi rappresentativi della cultura cittadina. Vogliamo raccontare Pisa e la sua storia che per buona parte dei secoli fu un importante pezzo della storia della Toscana. Abbiamo anche progetti con le scuole relativi alla divulgazione. E poi non dimentichiamo le battaglie per la cultura".
Per esempio?
"Quella per la Biblioteca Universitaria. È chiusa dal 2012 con la scusa di un terremoto che guarda caso ha fatto danni gravi in Emilia e in un solo un punto di Pisa, cioè nel Palazzo della Sapienza. Il sospetto che fosse una scusa per liberarsi della Biblioteca e lasciare il posto all’Università è sempre stato reale".
Cosa può fare la vostra associazione?
"Stiamo cercando di sensibilizzare le istituzioni e presto chiederò un appuntamento al sindaco Conti. Non si può permettere che la Bup sia smembrata ancora e comunque va trovata una soluzione a lungo termine. La Bup è un tesoro unico, con pergamene, manoscritti, incunaboli, cinquecentine. La sua base è la biblioteca dell’abate Guido Grandi, nel Settecento in San Michele in Borgo. Bisogna assolutamente chiudere questa storia infinita".
El.Man.