
Don Luca Casarosa
Pisa, 29 dicembre 2020 - «La sfida del prossimo anno sarà svelare il nostro volto dalle mascherine e ritrovare il volto scoperto degli altri", inizia così l’augurio per il nuovo anno di don Luca Casarosa, il cappellano dell’Ospedale Cisanello che da molti mesi, ormai, fa sentire la presenza e l’amore di Dio ai malati e ai loro parenti, ai medici e agli infermieri. In questi mesi don Luca non si è mai risparmiato e, come ha raccontato tempo fa alla Nazione, vive le intere sue giornate in corsia dandosi da fare per tutti.
Per Natale aveva coinvolto i ricoverati Covid, medici e infermieri, nella formulazione di una preghiera che è stata recitata nei reparti e nelle terapie intensive Covid collegati al telefono con l’arcivescovo Benotto "per rappresentare la chiesa che non abbandona i malati", precisa don Luca. "Dio mio, Dio mio, quando ti chiamo rispondimi – è uno stralcio della preghiera –. Qui dal mio letto di ospedale più volte mi sono rivolto a te, per capire, per chiedere, per continuare a sperare". "E tante volte – prosegue – mi è sembrato di essere solo, disperato. Stendi su medici e infermieri il tuo mantello di protezione, più potente di tutte le mascherine, i guanti e i camici di questo mondo; fa che abbiano sempre la tua sapienza ad illuminarli nelle scelte, la pazienza infinita per sopportare i nostri lamenti, la nostra insofferenza per questa situazione terribile e inaspettata, le nostre paure per ciò che non riusciamo a comprendere".
Adesso don Luca rivolge ad ammalti e sanitari il suo messaggio di speranza e di fiducia nel Signore e nel nuovo anno: "L’anno nuovo – dice – sará ritrovare la gioia degli abbracci e la stretta della mano dell’altro. Vivremo una liturgia dei corpi: che si incontrano, che danzano, che mangiano insieme". E ancora. "Termineranno le cautele, i sospetti, le lontananze imposte, le paure. La nostra vita ritroverà la gioia degli appuntamenti, delle gioie condivise; ritroveremo il gusto del viaggio e degli incontri. Abbiamo bisogno di sognare, noi siamo il sogno di Dio, il capolavoro di Dio, l’opera più bella che abbia fatto. Siamo poveri quando siamo soli!". «Siamo chiamati a vivere una compagnia – spiega il sacerdote –, a condividere con gli altri un amore e una gioia per la vita. L’amore è più forte del virus. Non arrendiamoci! Siamo fiduciosi perché in noi c’è la forza per vivere e per dare coraggio agli altri". Don Casarosa conclude con l’augurio di "un anno bello che susciti stupore e meraviglia nella quotidianità della nostra vita. Che Dio ci doni occhi e cuori grandi".
Eleonora Mancini