Polizze vita 'falsificate'. Maxi inchiesta milionaria

A Pisa è appena cominciato il filone di una vicenda partita da Milano. In tre a processo. La Compagnia è parte civile. Ma il caso rischia la prescrizione

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza

Pisa, 23 gennaio 2020 - Un lunghissimo processo che dura da oltre 10 anni e che, adesso, dal Nord Italia, si è spostato a Pisa perché alcune procure di rappresentanza per l’acquisto e la cessione di polizze assicurative, al centro della vicenda giudiziaria, sarebero false e sarebbero state autenticate nel 2007 proprio all’ombra della Torre. Per l’accusa, le polizze vita molto danarose, molto più del dovuto, sarebbero state proposte a clienti facoltosi poi girate a terzi con procure notarili a prezzi inferiori. Un sistema che nella nostra città ha portato tre persone a giudizio, con ruoli diversi, per concorso in falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ieri mattina è cominciato il procedimento che arriva da più rinvii per difetto di notifica e l’astensione dei penalisti contro l’abolizione della prescrizione . Ma lo stesso caso rischia la prescrizione: sono 12 anni e mezzo. Il filone milanese, quello principale, parla di un giro di contratti da 22 milioni di euro, in totale, intestati a clienti dell’assicurazione: l’Ina Assistalia si è costituita parte civile con l’avvocato Francesco La Cava.

Dodici i faldoni che riassumono tutta la storia partita da molto lontano, nel tempo e nello spazio. Una parte delle procure - secondo quanto ricostruito dalla Procura, è titolare il pubblico ministero Egidio Celano - sarebbero state autenticate a Pisa. L’udienza preliminare è stata rimandata per due volte, e, alla fine, si è tenuta nel 2019 dove i tre sono stati rinviati a giudizio. Ieri, davanti al collegio (presidente Beatrice Dani, a latere Elsa Iadaresta e Maria Grazia Grieco) è stata eccepita la competenza del Tribunale in composizione monocratica. Per giudicare la materia, sarebbe il monocratico ad avere competenza, ha sostenuto la difesa. Ma il collegio ha respinto l’eccezione ritenendosi invece competente. L’avvocato Alessandro Gava, che difende da poco d’ufficio Natale Tursi, e in aula ha rappresentato ieri mattina anche i colleghi Umberto Guerini, che tutela Enzo Ramalli, e Gianfranco Marcello, che segue Marco Andreotti, entrambi i legali di fiducia, ha avanzato richiesta di prova. Il caso è stato riaggiornato ad aprile per la calendarizzazione che ancora manca, per avviare l’istruttoria e cercare di evitare la prescrizione che sopraggiungerà, secondo i calcoli, prima della fine della prossima estate. In primavera si cominceranno a sentire anche i testi del sostituto procuratore Celano. Poi, la parola alla difesa, la discussione finale e la sentenza - sempre che arrivi in tempo - mentre procede, in parallelo, il ramo milanese.   © RIPRODUZIONE RISERVATA