REDAZIONE PISA

Polemica sui primari: "Uno ogni 10 medici. Ma siano veri direttori"

Dopo le ’accuse’ di Petrucci la replica di Anastasio (Aanao)

Gerardo Anastasio. , segretario regionale di Aanao-Assomed

Gerardo Anastasio. , segretario regionale di Aanao-Assomed

di Mario Ferrari

"I dati di Petrucci sui primari? Non ci risultano, ma le sue parole offrono spunti di riflessione interessanti, soprattutto sulle capacità che devono avere i direttori". Il sindacato dei medici Anaao-Assomed replica alle parole del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Petrucci, che ha criticato l’alta presenza di direttori nelle aziende sanitarie toscane, affermando che "c’è un primario ogni 4 medici".

Numeri che fanno storcere il naso al segretario regionale di Aanao Gerardo Anastasio il quale afferma che, secondo i dati dell’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran), "In Toscana abbiamo circa 1000 tra unità semplici e complesse, che se si dividono per i 10mila medici in Toscana risulta un direttore ogni 10 medici".

‘Ex malo, bonum’ però, perché secondo Anastasio l’accusa di Petrucci all’elevata presenza di primari non è del tutto errata e risponde a un ’vulnus’ che il sindacato dei medici sta provando a cambiare. "La legge 517 del ‘99 sancisce che ai professori di prima e seconda fascia va conferito un incarico di direzione di struttura semplice o complessa. Dobbiamo cambiare questo sistema per il quale a ogni associato o ordinario assunto nelle aziende ospedaliere universitarie viene garantito il ruolo da primario. Ricordo - continua il segretario - l’esempio di Aoup, dove ci sono circa 200 medici universitari di cui quasi il 50% con ruoli dirigenziali".

Per Anastasio, il punto non è "avere tanti direttori, ma fare in modo che ci sia una retribuzione della professionalità senza che comporti la direzione di una struttura". Poi aggiunge che "come sindacato, riteniamo che la classe dei direttori vada selezionata in base alle qualità manageriali e non solo le capacità techine o le pubblicazioni scientifiche. L’uscita del consigliere Petrucci - conclude - anche se da noi non codivisa, va colta come un’opportunità per interrogarsi sulla gestione della sanità toscana che è diventata molto complessa e ha bisogno di competenze da implementare".