FRANCESCO PALETTI
Cronaca

"Pisa, grande amore e... bello da morire"

Claudio Lumetta, cantante degli Homo Sapiens e super tifoso nerazzurro: "Se centriamo il sogno faccio come Gemmi: scalzo in città".

di Francesco Paletti

"Ma te la vedi come me? Perché io la vedo bene e non ti voglio dire altro ...". Le parole magiche sono due: Pisa e Arena Garibaldi. Basta citargliele e Claudio Lumetta parte e non si ferma più. Diventa quasi un torrente in piena: da quelle di metà anni ‘70 a alla squadra di D’Angelo: le formazioni del Pisa le recita a memoria, quasi fossero un rosario. Tanto che qualcuno addirittura sostiene che le conosca più e meglio di "Sei Bella da Morire", la canzone con cui nel ‘77 gli "Homo Sapiens" hanno vinto il Festival di Sanremo. Di quel gruppo, che ha scritto pagine importantissime della storia della musica italiana a cavallo fra gli anni’70 e ‘80, Lumetta è la voce solista da sempre: grazie alla musica ha girato il mondo, ma le radici sono lì, a Pappiana, la frazione di San Giuliano Terme dove vive da sempre, e all’Arena.

"Che frequento da quando sono bambino: negli anni ‘70 si partiva da casa con il paniere e le cose da mangiare perché aprivano i cancelli alle 9.30 del mattino e si doveva andare a prendere posta – ricorda-: da giovane andavo in Curva, poi mi si spostato in gradinata, con gli amici". "Perché io, a parte la musica, ho un’altra passione sola per la quale potrei fare pazzie e quella è il Pisa". Se ne intende Lumetta: "Contro l’Ascoli, ho visto una linea difensiva spettacolare, insuperabile: quindi io ci credo che si possa fare qualcosa di clamoroso, perché per me a Frosinone si può andare a fare risultato e se succede … io vado con Gemmi"

Dove? "Se non ricordo male, aveva detto che se ci fossimo salvati evitando i play-out, sarebbe andato in giro scalzo per tutta la città giusto? Bene, se succede quello che tutti noi sogniamo, vado a fargli compagnia. Tanto per il Pisa di pazzie ne ho fatte". Come quella volta a Lecce: "Loro erano già stati promossi e noi nel pomeriggio avevamo battuto il Monza nella finale play-off il giorno di San Ranieri – ricorda -: non c’ero perché eravamo in tournée, ma ogni cinque minuti chiamavo mio figlio che era all’Arena. Mi raccontò tutto quasi in diretta, prima la partita e poi i festeggiamenti. Poi salii sul palco e salutai il pubblico dicendo: "Sono molto felice di dirvi che anche il prossimo anno ci sarà Pisa-Lecce perché da oggi anche noi siamo in B". Mi fischiarono anche perché in campionato c’era stata qualche ruggine … ma che gioia". Non c’era nemmeno nemmeno nel pomeriggio magico di Cremona, Lumetta. "Per me è ancora una ferita aperta non esserci stato, lo sa? Purtroppo la sera avevamo un concerto a Roma – ricorda-, l’impresario venne addirittura a prendermi sotto casa perché temeva scappassi e, forse, non aveva tutti i torti" ride.

"Ma la sa una cosa? A me questo magico Pisa di D’Angelo e dei Corrado ricorda un po’ quello là: Marconi come Piovanelli e Masucci come Cecconi. Ancora allora non partimmo fortissimo, ma venimmo fuori alla distanza alla grandissima". Lumetta starebbe ore a parlare dei nerazzurri. "Esagero? Forse un po’, ma al cuore non si comanda, non ha idea di quanti acquazzoni ho preso il Pisa: l’ultimo all’andata con la Salernitana. Si c’è anche la tv, ma lei mica vorrà mettere il divano con l’Arena? Guardi non ha idea di quanto mi manchi la gradinata: capisco le necessità, ma per me stare senza concerti e senza stadio, è una tortura".