Pisa Book L’idea di Mondadori

Pronipote di Arnoldo, fondatore dell’omonima casa editrice. "Sempre più bisogno di appuntamenti simili" .

Pisa Book L’idea di Mondadori

Pisa Book L’idea di Mondadori

Pisa Book Festival, tra i protagonisti di questa edizione c’è anche Sebastiano Mondadori, pronipote di Arnoldo, fondatore dell’omonima casa editrice e nipote di Alberto, che da anni fa parte del comitato editoriale del Pisa Book Festival e della giuria di esperti di Pisa Book Translation Awards.

Il Pisa Book Festival torna per la sua ventunesima edizione. Quanto c’era bisogno di un festival che avesse al centro l’editoria indipendente?

"Credo che in un paese in cui non si legge per niente ci sia sempre bisogno di appuntamenti di questo genere per sensibilizzare le persone sugli editori indipendenti, piccoli solo sotto l’aspetto economico, ma sempre ricchi di idee innovative e nuovi spunti".

Quest’anno si affronterà il tema delle donne: quali saranno gli eventi chiave di questa edizione?

Sicuramente uno degli eventi principali è stata la lectio magistralis d’apertura di Lina Bolzoni, madrina dell’edizione di quest’anno: è la persona più adatta per parlare di libri dal punto di vista femminile. Bisogna sempre ricordare che l’editoria e i libri vivono grazie alle donne, che da sempre sono grandi lettrici e grandi scrittrici. Avrò l’onore di presentare Vivian Lamarque che quest’anno ha vinto tutti i premi possibili, tra cui il premio Viareggio Repaci per la poesia: è una poetessa di chiara fama con una personalità bizzarra, intraprendente, meravigliosa, di grande sensibilità, graziata dal dono dello stupore. Inoltre al Festival ci sono anche Michela Marzano e Francesca Matteoni".

Com’è vivere il Pisa Book Festival da organizzatore e scrittore, provenendo da una famiglia che ha fatto la storia dell’editoria italiana?

"Sono legatissimo al Festival da ben 14 anni: Lucia (Della Porta, la fondatrice e direttrice del Pisa Book) ha un’efficienza che continua a stupire ad ogni edizione che passa. Quest’anno avrò il piacere di presentare il mio libro – ormai uscito quasi un anno fa – "Verità di famiglia" (La Nave di Teseo), che racconta la storia di mio nonno. Avrò il piacere di condividere la presentazione con Alberto Riva, con il suo "Ultima estate a Roccamare"(Neri Pozza): ciò che ci accomuna è la voglia di raccontare storie e i vari retroscena dei libri, degli editori e degli scrittori. Ci siamo conosciuti grazie ai nostri libri, e parleremo appunto dell’amore che nutriamo per i libri".

Non a caso l’incontro con Riva si chiamerà "Dietro le quinte: storie di scrittori e editori".

"Sarà un "Dietro le quinte" anche per noi, per confrontarci con un passato che in parte abbiamo vissuto, quello dello scorso secolo, dove i libri avevano un altro peso, e che ora rimpiangiamo. L’uso compulsivo del cellulare ha fatto perdere il tempo alla lettura, che richiede dedizione e concentrazione, che adesso si disperde velocemente. Ora, ad esempio, preferiamo andare a guardare un video su Youtube: la lettura è una scelta, che implica un attacco rispetto alla società di oggi".

Ieri sera si è tenuta la premiazione del Pisa Book Translation Awards, alla terza edizione: finalmente si sta rilanciando la figura del traduttore?

"Per fortuna negli ultimi anni la figura del traduttore ha iniziato ad avere rilievo, non ancora a livello economico ma almeno come immagine. Il pregio del premio è proprio quello di mettere in risalto chi dà voce italiana allo scrittore tedesco, inglese e così via: qualcosa di magico. Sono sicuro che anche i finalisti di quest’anno siano tutti all’altezza".

Giulia De Ieso